Un altro pezzo del mio cuore è volato via. Con te, Tiziano che ho avuto il piacere di conoscere attraverso i tuoi scritti, le tue interviste, la tua video-cassetta “Il kamikaze della pace”. E le tue e-mail che , ogni tanto,   mi spedivi ogni qualvolta sentivo il bisogno di scriverti per comunicarti le mie emozioni – che diventavano sempre recensioni – dopo aver letto l’ultimo dei tuoi libri.

Nonostante il tuo volo, anche adesso se penso alla pace  vedo il tuo volto. Penso alla solidarietà, al rispetto, all’amore…e mi vieni incontro tu, con i tuoi pensieri, le tue riflessioni, le tue proposte. Il tuo esempio di vita.

Sei stato , e continuerai ad essere, un compagno di viaggio piacevole, discreto, buono.

Le idee luminose non muoiono mai Tiziano. E tu lo sai  meglio di altri.

Ti voglio bene.

 

Rosalba

 

 

 

 

Nel rimettere in ordine le mille cose che, col passare degli anni, vanno accumulandosi in una casa – la mia – che , col passare del tempo, sembra rimpicciolirsi…ho ritrovato _ ed è stato un tuffo al cuore! – una cartolina speditami , il 10 novembre del 2002, da Tiziano Terzani.

 

                

Me l’aveva spedita dopo aver ricevuto in dono , stampato al computer, un libro che riassumeva un lavoro sulla pace portato avanti con gli alunni che allora frequentavano la quinta elementare. Tra i vari uomini di pace avevamo parlato di Tiziano e di Angela, la moglie .

Gli alunni, che fin dalla prima elementare avevano imparato a costruire acrostici, avevano espresso il desiderio di "giocare" col loro nome .

Erano così nate due poesie davvero belle…

Nel rileggere oggi i versi dedicati a Tiziano, si ha un sussulto…

 

A Tiziano Terzani

 

Tu cammini e incontri

Il respiro del cielo.

Zaffiri di luce

I tuoi pensieri

Accarezzano il cuore.

Noi vediamo

Orme di pace…

 

 

 

"Un altro giro di giostra" di Tiziano Terzani

 

 

 

 

"Vivo ora qui, con la sensazione che l’universo è straordinario, che niente mai ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra .".

Termina così l’ultimo libro di Tiziano Terzani "Un altro giro di giostra", pubblicato recentemente dalla Longanesi.

Un libro che si apre con un Terzani cinquantanovenne al quale viene diagnosticato il cancro, e si chiude con un Terzani sessantaseienne che, anche "grazie" a quel cancro, compie un cammino che lo spinge a rivedere, a riflettere, a cambiare prospettiva, a cambiare vita per cambiare se stesso. "Viaggiare – ricorda Terzani – era sempre stato per me un modo di vivere e ora avevo preso la malattia come un altro viaggio: un viaggio involontario , non previsto, per il quale non avevo carte geografiche, per il qual non mi ero in alcun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo, il più intenso.".

E’ uno di quei libri che, a lettura finita, si sente il bisogno di tenere stretto stretto per un bisogno naturale e forte di sentire ancora il profumo di un’intensa umanità… perché nitida è la sensazione di aver compiuto un bel tratto di strada verso il profondo dell’anima , alla ricerca di se stessi .

" Avevo speso la vita a cercare di farmi un nome. Ora volevo viverne una senza. Cercavo di non ripetermi , di diventare un altro. Mi rendevo conto che questa non era un’impresa da poco e che avrei dovuto lavorare duro su me stesso.".

"A volte – scrive sempre Terzani – anche una sola parola, un gesto possono bastare a far cambiare direzione a una vita…" ed io " volevo saltar fuori dal cerchio stregato del conosciuto, scendere dal piedistallo delle certezze convenzionali. Volevo respirare senza maschera.".

"Un altro giro di giostra" ci aiuta a vivere la vita come se il giorno – quello attuale- fosse l’ultimo . " Perché non fingere per un attimo di essere ammalati, di avere i giorni contati –come in verità si hanno comunque – per rendersi conto di quanto sono preziosi quei giorni?". Immaginare, insomma, di avere un giorno in più da spendere, un giorno in più per vedere meglio, per giungere sul "tetto dal quale si vede il mondo o sul quale ci si può distendere per diventare una nuvola .".

Una nuvola… A pagina 572 si legge: "Disteso per terra guardo il cielo . Contro l’azzurro si muovono, leggere, delle nuvole. Ne fisso una, la seguo, mi ci identifico. Presto divento quella nuvola e, come quella nuvola , senza peso, senza pensieri, senza emozioni, senza desideri, senza resistenza, senza direzione mi lascio andare nell’immenso spazio del cielo. Non ci sono sentieri da seguire, non una meta da raggiungere. Semplicemente vagare, aleggiare, vuoto come la nuvola. E come la nuvola cambio forma, prendo tante forme, poi divento evanescente, mi disfaccio , scompaio. La nuvola non c’è più. Io non ci sono più. Resta solo la coscienza, libera, senza legami, una coscienza che si espande.".

I pensieri, le riflessioni di Terzani sono un poetico invito al volo ; a quel volo che conduce, inevitabilmente, "a quella rivoluzione non politica ma interiore" , i cui segni – a suo parere- si manifestano in particolare "fra i giovani che non intendono rinunciare a sognare.". E fra i meno giovani che, nonostante tutto e a dispetto di tutto, continuano testardamente a cercare il Sé per poi porre il centro di sé fuori di sé… per contribuire sul serio a costruire un mondo senza violenza, senza sangue, senza guerre.

" Sono convinto – afferma lo scrittore - che ormai in giro per il mondo, fra la gente più diversa, sta crescendo una nuova coscienza di che cosa è sbagliato e di che cosa va fatto. Questa nuova coscienza è, a mio parere, il grande bene del nostro tempo. ".

"Un altro giro di giostra". Un libro che, come il precedente "Lettere contro la guerra", ci aiuta ad affrontare e combattere l’unica guerra etica possibile : quella contro gli istinti e le passioni più basse, per imparare a porre le ali alla mente e al cuore.

Per diventare altro. Per scoprirsi …nuvola.

 

 

" UNA GUERRA CONTRO LE PASSIONI "

 

Tiziano Terzani

Tiziano Terzani

Foto di Vincenzo Cottinelli

 

Ogni tanto succede…e la sensazione di benessere dura a lungo ed è talmente piacevole e lubrificante da far nascere un bisogno di condivisione. Parlarne è inevitabile, doveroso.

Ogni tanto succede …d’imbattersi nel libro del quale, in quel momento, avevamo bisogno , ed è come spiccare il volo e scoprire orizzonti più vasti, mai immaginati prima.

E’ accaduto a me ,un po’ di tempo fa, quando ho avuto l’occasione di leggere- spedito da Pisa da mio figlio Massimo- il libro di Tiziano Terzani, "Lettere contro la guerra". "Berlo" tutto d’un fiato è stato spontaneo, rileggerlo per assaporare e centellinare le emozioni , naturale.

E dopo…mi sono sentita diversa. Migliore.

E’ proprio vero che – come recita un vecchio detto, "i sentieri si formano camminando". E Terzani di strada ne ha percorso tanta. Soprattutto nella coscienza dell’uomo.

"Mi piace essere in un corpo che ormai invecchia. – scrive nell’ultimo capitolo del suo libro - Posso guardare le montagne senza il desiderio di scalarle. Quand’ero giovane le avrei volute conquistare. Ora posso lasciarmi conquistare da loro. Le montagne, come il mare, ricordano una misura di grandezza dalla quale l’uomo si sente ispirato, sollevato. Quella stessa grandezza è anche in ognuno di noi, ma ci è difficile riconoscerla…"

E ancora : " Ho bisogno di silenzio. Solo così può capitare di sentire la voce che sa, la voce che parla dentro di noi. Forse è solo la voce del buon senso , ma è una voce vera.".

Il suo è un libro che invita alla riflessione, che scuote e rassicura, che conduce alla "comunione", alla solidarietà… nella consapevolezza che la "verità" non sta mai da una parte sola, e che, in tutti i casi, va cercata, sempre, con umiltà, anche là dove potrebbe essere "sapientemente" nascosta o dove, nel riconoscerla, potremmo provare turbamento.

Quella verità che, in ogni caso, anche se trovata e conquistata (?), non va mai utilizzata come un’arma CONTRO, ma come un mezzo, un motivo in più PER andare incontro all’altro che, forse, ha smesso di cercare perché ha smesso di credere in un futuro a misura d’uomo.

"Il grande progresso materiale- scrive sempre Terzani - non è andato di pari passo col nostro progresso spirituale. Anzi : forse da questo punto di vista l’uomo non è mai stato tanto povero da quando è diventato così ricco. Da qui l’idea che l’uomo, coscientemente, inverta questa tendenza e riprenda il controllo di quello straordinario strumento che è la sua mente.".

Il libro "Lettere contro la guerra" è un invito a combattere l’unica guerra etica possibile : quella interiore "contro gli istinti e le passioni più basse dell’uomo.". L’unica guerra capace di farci comprendere come il benessere o il malessere di ognuno di noi , oggi più di ieri, dipenda dal benessere o dal malessere dell’altro. L’unica guerra che, senza seminare dolore, povertà, distruzione, mutilazioni e morte - ma dando vigore ai valori spirituali - può consentire la rinascita . L’unica "guerra" capace di costruire , di dare senso e spessore alle varie citazioni divine, delle quali , ieri e oggi, troppo spesso e a sproposito, ci riempiamo la bocca per giustificare l’ingiustificabile. Del Dio che gronda sangue sono strapiene le pagine della storia di ieri e di oggi. Ed è un Dio che soffre, non un Dio complice.

"E’ il momento di uscire allo scoperto – ci ricorda sempre Terzani - ; è il momento d’impegnarsi per i valori in cui si crede. Una civiltà si rafforza con la sua determinazione morale più che con nuove armi". " Il cammino è lungo e spesso ancora tutto da inventare. Ma preferiamo quello dell’abbruttimento che ci sta dinanzi? O quello, più breve, della nostra estinzione? Allora: buon viaggio! Sia fuori che dentro…".

"Lettere contro la guerra": un libro da tenere a portata di mano , e da regalare soprattutto alle persone che percorrono una strada diversa dalla nostra…nella speranza che, prima o poi, si verifichi quell’incontro che ci consenta di scalare insieme la montagna più alta e più affascinante : la nostra coscienza.

(Da "L'Ortobene" del 29 settembre 2002)

Rosalba Satta Ceriale

 

 

 

 

Ripensando a Tiziano Terzani

 

 

Storia di un incontro

 

 

di

Rosalba Satta Ceriale

 

 

 

Dopo aver letto ne “Il corriere della sera” la lettera-articolo della Fallaci “La rabbia e l’orgoglio”, sentii, forte, il bisogno di scrivere qualcosa come risposta a quello che a me pareva – e pare ancora – un inno all’ intolleranza . Una brutta pagina da conservare come testimonianza del fatto che , più spesso di quanto si pensi , la parte oscura e/o negativa che c’è dentro ognuno di noi, può liberarsi e correre a briglia sciolta per colpire e dividere . Per fare del male insomma, in un momento storico – come quello attuale- già fortemente in crisi.

Pensai subito , però, che – considerata la tematica - con difficoltà avrei trovato spazio in un giornale.

E poi…quale peso avrebbe potuto avere la mia voce?

La Fallaci è sempre la Fallaci…Ed io sono io : una semplice insegnante elementare con la passione per la poesia. Non misi comunque da parte l’idea ( il bisogno di dire la mia continuava a tormentarmi…) , ma sperai che qualche intellettuale  famoso, qualche giornalista, qualche persona con lo sguardo limpido rispondesse , senza livore , anche per me , possibilmente attraverso le pagine dello stesso giornale : “Il corriere della sera” appunto.

Mi è sempre piaciuto pensare che desiderare in maniera viscerale qualcosa, aiuti, a volte, a raggiungere l’obiettivo.

Deve essere vero…perché accadde.

Fu Tiziano Terzani a farlo…e  fu come ricevere una carezza e respirare una ventata d’aria pura in un momento in cui la mia anima era in tormento.

Mi conquistò subito il suo modo di dire le cose: nel leggere le sue riflessioni “toccai”la cultura . La dolcezza , la sensibilità, il desiderio di andare verso l’altro per  invitare a riflettere.  Per capire…non per inveire e sporcare e disorientare .

Risale ad allora il mio “incontro” con lui .

Risale ad allora lo scambio di alcune e-mail .

Risale ad allora il mio desiderio di raggiungerlo –  sempre via internet - con un pensiero, una riflessione ; qualcosa che fosse capace di costringerlo davanti al computer per far scattare in lui l’ esigenza di rispondermi.

Una e-mail, in particolare, mi è molto cara. Risale al due dicembre del 2002 . Il giorno prima gli avevo spedito  un mio intervento – che avrei dovuto tenere a Nuoro - sulla pace . “Quando hai un po’ di tempo, leggilo. – gli scrissi – E , se ti va, fammi sapere .”.

Mi rispose il giorno dopo, alle 10:13 :

“Carissima, hai scritto una cosa bellissima. Ti citerò nel discorso che dovrò fare alla fiaccolata del 10 dicembre. Anch’io, credimi, mi sento meno “pazzo”, meno solo, meno incompreso – persino da vecchi amici come Bernardo Valli che sulla Repubblica deve scrivere di non essere “pacifista radicale” come me – a leggere persone come te.

Grazie. Un abbraccio

t.t.”.

(Oggi comprendo l’importanza, il valore di quel suo tempo dedicato a me. E lo considero un regalo prezioso . Le parole  – quelle sue parole – anche adesso mi caricano. E mi commuovono…).

Quando venne pubblicato il suo “Lettere contro la guerra” , lo acquistai subito , certa che  avrei continuato a percorrere la mia strada accanto a un compagno di viaggio buono, discreto, saggio.

Capace di riconciliarmi con la vita… in un momento in cui di punti di riferimento  ne vedevo ben pochi.

Leggere , sfogliare le pagine del suo libro è stato come imparare a vedere meglio : sentivo – è vero - il peso e l’angoscia delle ingiustizie e degli inganni di questo nostro mondo “diviso” male ma, contemporaneamente, si rafforzava la mia speranza nell’uomo. L’uomo poteva ri-nascere.

Il mondo poteva diventare altro.

 

Scrissi la recensione. E lo feci di getto . La scrissi perché speravo che qualcuno, leggendola, sentisse la curiosità di  conoscere e apprezzare quel Terzani straordinario che ci camminava accanto e che era capace di restituire la speranza, la voglia di andare avanti e la possibilità di cambiare per diventare migliori, più attenti a cogliere quelle sfumature capaci di  restituire il colore e il calore vero alle cose e ai fatti .

E, forse, la recensione piacque perché, dopo qualche giorno, venne pubblicata da un settimanale sardo. La spedii anche a Tiziano e la misi nel mio sito affinché  potesse “viaggiare” ed arrivare – perché no? – anche al lettore sconosciuto .

Ricordo – insegnavo allora in una quinta classe elementare – che  portai il libro di Tiziano in classe e lessi alcune brani agli alunni. E con loro vidi anche la cassetta “Un Kamikaze della pace”.

Desideravo che gli alunni sapessero – e lo capirono perfettamente - che ciò che la violenza, la guerra , l’indifferenza , l’ipocrisia , l’intolleranza e i governi più o meno autoritari mascherati di democrazia  non potranno mai uccidere e annientare e cancellare, sono le idee, le riflessioni , le orme di chi ha imparato a camminare per contribuire a  costruire un mondo più giusto .

Da allora acquistai gli altri suoi libri e mai quell’insonnia prodotta dalla lettura mi fu più piacevole, più cara.

Scrissi anche io- come risposta ad una mia pressante esigenza personale - una lettera aperta alla Fallaci ; lettera  che, fra gli altri , spedii a Tiziano , e che  misi nel mio sito con lo stesso obiettivo : raggiungere il lettore lontano.

Le risposte – via e-mail - degli ammiratori della signora Oriana sono state una decina. Lo stile decisamente… alla fallaci : tutto ciò che si allontanava dal loro “sentire” era oggetto di critica feroce, spietata.

Anche a Tiziano arrivarono le critiche. Un certo Ostellino – che, nella sua ultima intervista ,Tiziano ha sapientemente definito “vecchio!”- non fu tenero con lui e , invece, incensò la signora Fallaci che aveva avuto – a suo dire – il coraggio di dire e di descrivere la realtà. Che dire?

Il mondo è sicuramente il risultato delle nostre azioni. Delle nostre scelte , delle nostre indecisioni, delle nostre relazioni.

Delle nostre letture.

Come si fa, ad esempio, non guardare e non volare alto dopo aver letto “Regaliamoci la pace” di Federica Morrone, “Pappagalli verdi” di Gino Strada, “La guerra infinita” di Giulietto Chiesa, “Diario di un cattolico errante” di Ettore Masina, “Un altro giro di giostra” di Tiziano Terzani, “Afganistan anno zero” di Vauro e Chiesa?

Come si fa , dopo, a non sentire forte il desiderio di continuare ad andare verso l’orizzonte-utopia di Galeano ?

Camminare per andare incontro all’uomo  non può non essere e/o diventare - più che un dovere - un’esigenza dell’anima, un obiettivo primario. E poi, non esiste altra possibilità. O così… o il nostro graduale annientamento.

Padre Ernesto Balducci amava ripetere che davanti a situazioni tragiche l’uomo è capace di dare risposte creative . Condivido. Ma… di quante altre situazioni tragiche abbiamo ancora necessità prima di cercare e trovare la risposta creativa?

E’ una domanda che mi pongo spesso , soprattutto dopo l’11 settembre.

A volte trovo la risposta che rinfranca. Altre volte la stessa risposta si sgretola e scompare con l’incalzare degli avvenimenti…Davanti al disastro immane del maremoto asiatico non siamo stati capaci di far tacere i fuochi d’artificio per far brillare la notte della luce delle nostre candele.

Ma la speranza , testarda, rimane . Così come l’indignazione.

E il NO forte , deciso e urlato al sopruso , all’inganno, al furto dell’informazione. Alla guerra, alla pena di morte, alla tortura. All’individualismo esasperato…male del secolo.

L’aveva capito bene Terzani che desiderava essere “Anam”,  un senza nome. E l’aveva urlato forte anche Balducci quando , in una delle sue ultime interviste, disse : “ Tutto decide la nostra scelta di vita. Se tu poni il centro di te, dentro di te…hai voglia studiare, diventare un luminare, un docente universitario : non capirai mai niente! Ma se tu poni il centro di te fuori di te, nel mondo, tra le creature…là è la vera sapienza… E che Dio ci aiuti a tenerci svegli, quando la sapienza busserà alla nostra porta .”.

Il fatto è che fino a quando avremo visibilità e spazio e potere, per il nome e/o per il ruolo, e non perché uomini capaci di percorrere il sentiero della solidarietà e del rispetto… continueremo a camminare nei letamai che i signori col nome famoso e il ruolo importante continueranno a camuffare con lustrini e musiche mielose per poterceli poi presentare come l’unico paradiso possibile… e alla fine noi stessi finiremo per convincerci perfino che la puzza del letamaio sia profumo.

E che esiste solo chi televisivamente compare . Che poi mostri il nulla è secondario. Anzi: è preferibile . Quel nulla che non infastidisce , che non genera cambiamento, che richiama altro nulla .

Quel nulla che serve , appunto, a mantenere intatto il presente.

E invece è necessario, urgente, ritornare a se stessi per vincere la miopia culturale. Per sentirsi non vincenti ma migliori. Per riscoprire e  recuperare le emozioni. Quelle emozioni che ci aprono agli altri.

Che ci rendono realmente protagonisti del nostro presente e responsabili del futuro che sapremo suggerire – attraverso l’esempio di vita - ai nostri figli. Un presente all’insegna della solidarietà, della cooperazione, della condivisione… per contribuire a costruire un futuro dove guerra, miseria e indifferenza vengano considerati un tabù.

Difficile? Forse. Ma Tiziano Terzani – e altre persone belle come lui - ha rafforzato, rinvigorito  e reso credibile e spendibile la mia innata voglia di utopia…

In seguito ho avuto la fortuna di leggere “Un altro giro di giostra”.

Come un’adolescente ho sperato che il libro terminasse con un finale

lieto : la guarigione di Tiziano dal male fisico .

Non è stato così . Ma di guarigione, di salvezza il libro è imbevuto . Il suo racconto è una lenta rinascita raggiunta attraverso la ricerca di sé .

Aprire le porte e le finestre dell’anima e del cuore all’infinito è possibile . Questa è la vera “lezione” che l’amico Tiziano ci ha lasciato, come un testamento spirituale.

Grazie a lui sto lentamente imparando a vivere  come se ogni giorno che viene fosse un giorno in più , un giorno regalato .

Per assaporarne ogni attimo .

Per viverlo con l’intensità di un abbraccio .

Per non arrendermi mai allo scoramento.

Dopo il suo “volo”, il mio incontro con lui non è terminato . Tiziano ha aggiunto, senza saperlo, un mattone fondamentale nella mia crescita cognitivo-relazionale.

E quando ciò accade i legami durano per sempre .

E sorrido piacevolmente quando vedo i suoi libri tra le mani dei miei figli e di alcuni miei alunni diventati adulti. E quasi ogni sera entro con gioia nei siti di Max e di Alen a lui dedicati…perché mi pare di sentire – e di vedre - la sua straordinaria risata.

Dedico stasera a lui – che certamente mi ascolta – le stesse parole che scrissi a mio padre – un padre-poeta straordinario - dopo il suo addio terreno . E’ l’unico modo che conosco per dirgli che…

 

 

 

il pensiero

inzuppato di buono

danza parole chiare

ossigenando il cuore.

Ancora e ancora…grazie!

 

Con la prima bella giornata di sole (sarà un caso?!) è arrivata, inattesa e perciò ancora più gradita , una cartolina di Angela Terzani …

                                                          

Firenze 8 marzo 2005

 

Carissimi alunni della seconda e della terza elementare,

la vostra poesia per il nuovo anno ci ha fatto un grandissimo piacere, perché è bella e piena di buoni sentimenti.

Vi mando la vista che Tiziano guardava dalla sua casetta sull’ Imalaya.

Il sole sta nascendo e presto illuminerà quelle catene bianche di neve e alte  8000 metri. Forse un giorno qualcuno di voi ci andrà ad esplorarle? La casa aveva solo il lume di candela e un piccolo Budda che gli faceva compagnia .

Buona Pasqua!

Vi abbraccio con la vostra maestra

 

 Angela Terzani

 

 

 

" L'acquerello di terzani visto da Martina, classe seconda