DOPO IL TUO "VOLO"…
Cara Rosalba,
è vero! Non è assente colui che al confine tra il finito e l’infinito ha saputo imprimere l’intensità degli affetti, la tenerezza delle carezze, la dolcezza degli sguardi, la melodia del canto.
Quando – nella solitudine del pensiero – la fede vacilla, aggrappati a tutto ciò e fatti sorreggere, e fatti cullare…
Io , che non ho conosciuto Paolo, nei tuoi versi ho potuto cogliere un’emozione, come si coglie un fiore di cui non si sapeva il profumo e di esso - stupiti – ci si inebria. Grazie!
Marisa
Carissima Rosalba,
"Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo". Così scrive Isabel Allende nel suo romanzo autobiografico "Paula". Quest’affermazione, così vera, mi è tornata alla mente leggendo le tue poesie. (Qualsiasi aggettivo che le qualifichi suonerebbe come riduttivo del loro profondo valore). Questa scrittrice, a cui muore la figlia, non accetta il dolore come disperazione, ma usa le parole (la sua arte) per comunicare con lei, sicura che in qualche luogo la sta ascoltando. E’ questo ascolto, di cui è certa, che può piegare il dolore.
Cara Rosalba, tu hai lo spendido dono di usare la parola in modo magico entrando in altri cuori. Hai la gioia, pur nel dolore, di sapere condiviso ciò che scrivi, di creare legami sempre più veri, di lanciare appelli, di inviare messaggi che, come il sasso buttato nell’acqua, crea anelli concentrici sempre più grandi . Hai la capacità di dar voce al dolore, anche per chi non lo sa fare, di far arrivare questa voce al cielo.
Tornerà l’azzurro nel tuo cielo? Io spero di si. Le tue poesie pervase di infinita nostalgia anelano cieli limpidi, sono l’inno di una vita spezzata fatta di amore, di giustizia. Quell’amore, quella giustzia a cui credere, nonostante tutto, per cui lottare. Tuo fratello Paolo non ti ha solo ispirato, ti ha incoraggiato, ti ha dato la forza di scrivere ciò che di più bello e profondo c’è in te. Questo dolore non ha accettato di chiudersi in se stesso, ma con la tua poesia (è diventato) , si è trasformato in un meraviglioso inno d’amore . Credo che tu sia riuscita a dare molta felicità a tu fratello anche ora…Lui c’è , è là e ti sorride.
Con tanto affetto
Lia
Cara Rosalba,
ho ricevuto i tuoi versi per Paolo : bellissimi.
Il dolore deve farsi parola perché il nostro cuore non si spezzi e il cuore di chi non c’è più continui a battere. Funzione liberatoria ed eternatrice della parola. Ho pensato a lungo anch’io a quella morte assurda, a tuo padre distrutto, a tutti voi distrutti non solo dalla scomparsa di un figlio, di un fratello, di un uomo amato, ma anche dalle erbe maligne dell’indifferenza e dell’arroganza che avvelenano l’alba di un conforto, l’alba di luce tenera e tranquilla, dove ci s riposa e si rinasce.
Per chi crede , la giovinezza di Paolo è stata trapiantata nel giardino di Dio. Sei riuscita , come sempre , a sublimare - in una scrittura palpitante ed essenziale gli interrogativi dello spirito che in te si disciolgono in una fede sofferta ma sicura - il sorriso luminoso di Paolo, la sua figura che tu vuoi ricordare a colori, la memoria che si proietta al di là della vita, il fratello adorato che sopravvive perché anche la tua anima è in cielo. Immagini di pianto e di sogno. L’urlo, la pace, Dio. Non so dirti altro perché anch’io ho voglia di piangere. Ti ringrazo dell’affetto che hai per me. Se avessi più salute verrei a trovarti. Ti ammiro e ti abbraccio
Lucia
Carissima Rosalba,
ho capito che è successo qualcosa di terribile ; non so i termini ma la notizia appresa dalla stampa è sufficiente per farmi capire che la tua , la vostra vita , è stata sconvolta da qualcosa di inaspettato e devastante. Vorrei trovare le parole per dirti la mia comprensione e il mio desiderio di esserti vicina, anche fisicamente, ma so che non ne esistono o , meglio, so che in questa fase non hanno molto effetto. Ho provato un dolore simile, anche se nel mio caso, la mia giovane età ( avevo 26 anni) non mi è stata di grande aiuto. Spero che oggi tu possa vivere questa esperienza con il tuo equilibrio e con la tua razionalità. Ma temo che non sia così. Queste prove ci mettono a nudo la nostra debolezza più intimamente nascosta o dimenticata. Allora forse non resta che lasciarsi prendere dal dolore e dallo scoramento, fino in fondo, come un diritto.
Se però ci sono persone più deboli di noi, abbiamo l’obbligo morale di reagire e di nascondere, o tentare di nascondere, la nostra sofferenza.
Se puoi, non farlo. Mi sono trascinata per quindici anni un groviglio di dolore, amarezza, rimpianto e voglia di urlare; quando poi mi è esplosa , mi sono resa conto che non avevo più diritto per farlo (c’è sempre chi soffre di più, figli, genitori, compagni…) e mi è rimasto un vuoto che non colmerò mai più. Però ho bisogno sempre di parlarne. Parlane, tutte le volte che vuoi e che puoi. Appena ti accorgi che una persona è giusta, fallo. Io mi offro come persona giusta, ti capirò perché ti voglio bene e perché ho provato già quelle sensazioni.
Ricordo che parlavi di qualche fratello, non so se ne hai tanti. Per esempio il fratello che ha convinto tua figlia a riprendere gli studi. Mi ha colpito la scena, appena l’ho sentita da te. Perché quando è così , la figlia di una sorella o di un fratello ti diventano figli anche a te. Per questo motivo , se sono così influenti nella nostra sfera familiare, anche la loro mancanza diventa sofferenza e non solo per noi. Quello che voglio dirti è di non sottovalutare il dolore dei tuoi figli., proprio perché loro adesso possono essere o sentirsi l’anello forte della catena, nei tuoi confronti penso. Io ho sottovalutato il dolore delle mie figlie e dei miei nipoti quando sono morte le nostre due mamme e solo dopo abbiamo capito quanto un giovane possa soffrire e quanto sia poco preparato a questi eventi.
Non ti ho mandato un telegramma perché mi è sembrato banale, sarei voluta però venire al funerale ma quando l’ho letto era già tardi. L’avrei fatto per poterti abbracciare. Lo faccio adesso e per tanto tempo. Ti prego , regalamela la promessa che se può distrarti un pochino , mi penserai ed io ci sarò con tutto il mio affetto , con la mia comprensione e con tutta la stima che mi hai fatto nascere nei tuoi confronti.
Spero di incontrarti prestissimo.
Giovanna
Cara zia,
grazie per il nastro, è stato un pensiero meraviglioso. Nei miei ricordi Paolo e la sua musica sono stretti in un nodo indissolubile, e quando penso a lui posso ogni volta sentire il profumo di una notte d’estate, quel profumo di arbusti bruciati dal sole che solo la tua terra sa avere, e quello del mirto e l’intrecciarsi delle voci e degli accordi della chitarra, e le nostre esibizioni canore, tra il mio imbarazzo e il suo sguardo furbo e divertito, e la tonalità giusta che non si imbroccava mai al primo colpo. Paolo vive in me così, e sono ad una distanza sufficiente da potermi permettere di pensare che la realtà della sua assenza – semplicemente- non esiste. Grazie di cuore, davvero, per questo dono così speciale di una parte così grande di te. Un abbraccio immenso
Luciana
Cara Rosalba,
fin qui ha vinto l’ingiustzia. Però non bisogna farsi sconfiggere. Quelli lì non devono ottenere una vittoria ancora più grande, quella di annientare la tua vita. Devi ricominciare a vivere serenamente e a scrivere. Io credo che mentre gli altri spariranno per sempre, e sarà come se non fossero mai vissuti, a te questo non capiterà. E neanche a Paolo, attraverso di te. Forse potresti, anzi dovresti , scriverla questa storia. E’ l’unico modo che possa restituire davvero la vita e la giustizia. Di fronte a questa , la giustizia della legge è nulla. A Paolo di loro non interessa più nulla. Sa che i conti , prima o poi, si fanno. Forse gli interessa di più vedere che non è stato dimenticato , che il suo valore è intatto. Probabilmente ti guarda affannarti, ti osserva con tenerezza e sa che hai già vinto una battaglia più grande e più importante : la tua vita è una vera vita, la loro no.
Piergianni
Pro sa morte de Paulu Satta
Ite pecadu! Unu teneru fruttu,
su chi cun tantu affettu curaia,
lu idere in d’un’attimu distruttu
cando ancora fruttu non daia.
Sa mama cara chi in grembo l’hat juttu
da-e su chelu isperanzias tenìa.
Tantos coros pianghene a sucuttu
puru iscrivende calchi poesia.
Quasi su coraggiu m’ est mancadu
a montovare sa promissa isposa.
Pro sas nozzes sa data fit fissada
sa zente chi haizis invitadu.
Puntuale, a sa festa, est arrivada
però sa festa fit atera cosa.
Sos famigliares e pessones caras
t’idene ancora in su lettu dormidu,
cun coro affrantu e profundu sentidu
ti han accarezzau intro ’e sa bara.
Carezzas cun manos e cun lara
ma tue fis mudau e presumidu
ca fis paltende a s’ultima dimora
…ma chi mancas non paret beru ancora.
Ponsanu Giovanni (Budoni)
A Rosalba, pro sa morte de su frade
Cara Rosalba, mi hat rattristadu
sa verale notizia, chi frade tou
in su mezus andare de su tempus sou
s’esistenzia terrena hat lassadu.
Si Deus a su chelu l’hat giamadu
a viver felice in su stadu nou,
tue sias forte, e daende prou
pro sa perdida de cussu frade amadu.
Isco chi su dolore est meda forte
ma nos devimus puru rassegnare
a s’istraziu crudele de sa morte.
Non ti firmes, ne istes’ a miticare
cun s’affannu, da-e sa celeste corte
Isse a Deus hat precare
pro te cunfortu e bona sorte.
Gaspare Mele (Orotelli 26-10-1999)
A Rosalba per la morte del fratello
Fra le rime ho avvertito
il tuo amore per lui,
nei tuoi versi ho sentito
il dolor che t’affligge;
ma i tuoi occhi, ormai stanchi,
più non piangon perché
ancor pianger per lui
ora giusto non è.
Non di pianto ha bisogno
tuo fratel da lassù
e il languor che ti strugge
gli dà tanto dolore.
Paolo ha solo bisogno
di serbarlo nel cuore,
di pensarlo com’era
quando stava con noi
e sorrideva alla vita
che rideva con lui.
Or che vive nei cieli
dei più pur di cuore
e con chi l’attendebva
vive vita più ricca
di dolcezza e d’amore,
non gradisce il tormento
che accompagna i tuoi giorni,
né il rimpianto che opprime
le quotidiane fatiche;
ma il tuo sorriso desìa,
la tua gaiezza, la gioia
che intriso hanno sempre
il tuo viver
poesia.
Efisio Lippi Serra (Cagliari 18-07-1999)
La mia
vita con te
A Paolo
Avevi nel tuo fare
la chiave del mio cuore.
Sapevi cosa dire
per riempire di fiori il mio giardino
quando pareva autunno
o l’inverno
bussava forte alla tua porta.
Ti vestivi d’estate
per riempire di canto i tuoi mattini.
Distribuivi colori
anche quando il tuo sguardo
si velava di pianto.
Anche quando il cammino
contrastava il respiro
e l’anima arrancava
scossa da quei mattini senza sole
o da tramonti spenti.
Distribuivi colori…
a piene mani.
La mia vita con te?
Ha la bellezza intensa
dei fondali del mare.
Pieno di cielo
è, oggi, il mio risveglio
che bisbiglia il tuo nome
che ha l’impronta chiara del tuo passo
che cammina nel chiarore dell’anima
… e non muore.
Tua sorella Rosalba
30 ottobre 2007
GRAZIE per avermi fatto dono della poesia scritta per Paolo.
E’ molto bella tutta, ma il verso che mi parla maggiormente al cuore è quello in cui dici che Paolo distribuiva i colori con lo sguardo…
E’ proprio vero che, a volte , la realtà non ha colori propri, ma assume i colori dei nostri occhi…specchi dell’anima!
Paolo sicuramente vede ancora coloratissimo questo mondo!
Quando leggo una tua nuova poesia, provo la netta sensazione che, forse , provi tu ogni volta che finisci di scriverla : un senso di liberazione, di libertà, come di una donna che partorisce una creatura che ha sentito crescere e ha formato nel grembo. Come di sofferenza che finisce e gioia leggera che nasce… E’ così?
Un abbraccio fortissimo.
Graziella
Carissimo Franceschino,
avantieri ho appreso dell’improvvisa morte del tuo giovane figlio Paolo, del quale si sarebbero dovuti celebrare i funerali di lì a qualche minuto. Profondamente turbato mi sono precipitato in Chiesa per essere vicino a te , a tua figlia Rosalba - che conosco, stimo e di cui sono amico – ed ai familiari tutti, in una circostanza così sconvolgente , ingiusta ed inacettabile.
Non oso dirti parole di conforto ma esprimerti l’affettuosa partecipazione di un vecchio amico.
Non c’è età , né esperienza capace di soccorrere nel razionalizzare l’onda di sentimenti che nel loro irresistibile tumulto riportano allo smarrimento accorato dell’età infantile.
Dinanzi ai grandi eventi si è disarmati, deboli, indifesi.
Credo che solo la fede , una forte profonda fede – per chi ha la fortuna di viverla – possa aiutare , ma penso altresì che il trascorrere del tempo trasformi il dolore cocente dei primi giorni in una presenza affettiva dolce , fervida , che parla attraverso la ricchezza dei ricordi ( nel ricordare i tanti momenti felici riaffiora il sorriso ed il dialogo caldo e creativo che ridiventa forza di vita) .
Solo così la tua forte personalità troverà in se stessa - nelle risorse morali che danno luce, spazio ed orizzonti al tuo spirito -, la forza di superare il vuoto che oggi induce a sgomento e ad una grande accorata tristezza.
Un caro abbraccio.
Mario Melis