Attesa
Ed io
che pensavo abitassi
nella casa accanto
…e non mi avvedevo
che di Te
straripava
perfino l’aria che respiravo.
A volte
avvertivo la Tua presenza
momentanea
fugace
muta
come il passo di un ladro
in una buia notte di tempesta.
Ma quel cuore
che riuscivo a maneggiare
sapeva escluderTi
senza fatica alcuna.
Quel che ricordo
-e lo rammento bene-
era il Tuo paziente accucciarti
nell’angolo più ombroso dell’anima:
retaggio forse
di una credenza altrui
che
inconsciamente
m’aveva contaminato
Riuscivo ad escluderTi
senza fatica alcuna.
Lo sapevamo entrambi.
Poi
secondo un rituale
vecchio da sempre
aprì gli occhi alla luce
una creatura.
Unica novità:
mi apparteneva!
Fu nell’orgasmo
di una vita che esplodeva
che scorsi il Tuo sorriso.
Avevi saputo attendermi!