Da L'Ortobene del 25/6/2006

"La terza torre"di Giulia Fossà

 

 

I libri interessanti rafforzano – così come gli incontri – il sistema immunitario.

Così mi pare. Non a caso, a lettura finita, si respira meglio.

Ci si sente più forti, più disposti al dialogo e al confronto…anche perché il contenuto del libro , quando è capace di ampliare l’orizzonte culturale e umano del lettore , diventa, inevitabilmente, oggetto di conversazione in famiglia e tra gli amici.

Il bisogno di condivisione di un’esperienza gratificante è nato con l’uomo, forse per un motivo "egoistico"… nel senso che prolunga, ravviva, e spesso rafforza, nel dire e raccontare, il sentimento di benessere provato . Il coinvolgimento di chi ascolta – se non nell’interesse, nella curiosità – è conseguente. Chi l’ha scritto? E la casa editrice? Ma è veramente così interessante? E di questo libro ci si ricorderà quando accadrà di entrare in una libreria per cercare altro, magari un diario o una risma di carta per il computer.

Ecco perché oggi, ancora rapita dalla bellezza del libro di Giulia Fossà "La terza torre" (Fazi Editore), sento il bisogno di parlarne, scrivendo. Per condividere con altri il piacere provato. Che è un piacere particolare. E’ stato come inforcare un paio di occhiali speciali , adatti agli occhi della mente. E’ stato come salire sul banco – secondo la logica del film "L’attimo fuggente"-per provare l’ebbrezza di una visione diversa, più chiara anche perché più estesa .

"La terza torre"- dopo il crollo delle due torri e lo stordimento della catastrofe dell’11 settembre- "è la torre dei diritti, secolare baluardo del popolo americano – scrive in premessa l’autrice - . Torre che rischia la sua stabilità nel mirino di una legislazione eccezionale" . "E’ questa la preoccupazione – continua Giulia Fossà – che ho messo al centro di una serie di conversazioni con uomini di pensiero, di politica, di letteratura, di pace". " Con loro abbiamo cercato di capire la strage dell’11 settembre e le ragioni della guerra , posto che ce ne siano, al di là del diritto a reagire . Con i nostri interlocutori ( da Dacia Maraini a Sandro Veronesi, da Marco Bertotto a Giuliano Ferrara e tanti altri) abbiamo voluto percorrere un lungo e fecondo itinerario di dubbi", "avviando un dibattito infinito che tenga sveglia l’intelligenza e scongiuri così il pericolo del crollo della terza torre. La torre della libertà minacciata dai troppi silenzi.".

Marcello Veneziani – giornalista, scrittore e studioso di filosofia - parla, con preoccupazione dell’asservimento della stampa, dell’uso propagandistico della televisione, del fatto che molti guai "nascono quando si diventa ventriloqui di Dio, perché non è la fede a produrre violenza, ma la convinzione che Dio parli attraverso di noi, attraverso le nostre armi, attraverso il nostro modo di essere.". Veneziani insiste sul fatto che , per costruire un mondo altro, "si deve puntare su un Consiglio di sicurezza che rappresenti realmente tutto il mondo, non limitato cioè a cinque potenze soltanto, ma esteso a quelle nove-dieci aree che sono rappresentative di nove-dieci civiltà diverse", "che riescono a rappresentare la polifonia del mondo, la pluralità del mondo, e non l’egemonia di uno o il coro di 150 paesi.". "Se non dovesse accadere – chiarisce sempre Veneziani – "temo che si andrà verso uno scontro che non sarà uno scontro di civiltà , ma uno scontro tra ricchezza e povertà.".

Gore Vidal, che l’autrice cita spesso nelle sue domande per la sua lucidità accusatoria, viene definito ora "un folletto letterario senza grande importanza politica" dal giornalista-scrittore Sergio Romano, ora "un genio , un eccellente scrittore che ha degli Stati Uniti una conoscenza straordinaria perché diretta" dallo scrittore Domenico De Masi.

Sempre De Masi , dopo aver affermato che "l’Europa è , oggi, il migliore dei mondi esistenti", affronta, su sollecitazione di Giulia Fossà, il problema della globalizzazione che, a suo parere, "può essere realizzata il due modi: reticolare, in cui ogni paese scambia con tutti gli altri i propri beni in modo paritetico, oppure piramidale, in cui un paese detta la cultura e tutti gli altri la recepiscono, la subiscono. In questo momento la globalizzazione sta avvenendo in questo secondo modo. Se la globalizzazione è piramidale, chi sta sotto non è contento della sua posizione, per cui chi sta sopra deve aspettarsi delle reazioni.".

Questo e tanto, tanto altro nel bel libro di Giulia Fossà. Un libro che è un invito garbato ma deciso a sentirsi protagonisti attraverso la conoscenza, nella consapevolezza che la conoscenza è potere . Oggi, "con la novità dei mezzi e la potenza delle immagini" non possiamo far finta di non vedere. Oggi, non possiamo permetterci il lusso di voltare la testa dall’altra parte… perché ciò che avviene oltre e ad altri, riguarda anche noi.

Il presidente nazionale delle ACLI, Luigi Bobba, sottolinea che "se le regole planetarie di governo , economia e commercio non tengono conto dei diritti fondamentali della persona e del diritto alla vita, che è il diritto principale, è evidente che vanno riscritte, perché altrimenti non possono che produrre mostri e morte.". "Si deve da un lato reprimere e prevenire la violenza, ma dall’altro si devono affrontare le cause che possono far esplodere un conflitto molto più vasto di quello oggi sotto il nostro sguardo. Lotta al terrorismo e lotta alla povertà non sono la medesima, intercambiabile cosa, ma a volte la seconda è un modo per affrontare la questione nelle sue potenzialità, impedendo eventuali esplosioni future. Usare semplicemente la forza e restringere il campo dei diritti pensando che l’azione repressiva possa essere l’unica risposta possibile, credo non sia la strada.".

Un libro, "La terza torre", che ci ricorda ancora una volta – con le parole del, presidente di Amnesty International , Marco Bertotto-, "il dato caratteristico più preoccupante. Un fatto emblematico : le vittime civili all’inizio del secolo erano il 5 per cento, oggi sono il 90 per cento. Paradossalmente per stare al sicuro in una guerra conviene indossare una divisa…".

"Il terrorismo – sottolinea Dacia Maraininasce dall’intolleranza e dall’arroganza di un potere che pretende che tutti agiscano secondo una sola verità. Che poi sia religiosa o politica, non ha importanza. Ma per combattere questa intolleranza, puntare sulla pura forza significa semplicemente fare il gioco di chi si vuole combattere. Per essere credibili dobbiamo, al contrario, dimostrare che le regole della democrazia sono migliori, dobbiamo praticare la tolleranza, la civile convivenza, il rispetto delle ragioni dell’altro e la comprensione per il diverso. Se tu ti metti a fare l’intollerante contro l’intolleranza , in nome della tolleranza, semplicemente non sei credibile.".

Dobbiamo, insomma, proteggere e tenere ben salda "la terza torre" perché "l’ umanità- conclude l’autrice – non può accettare di essere divisa fra cittadini con diritti e cittadini senza diritti.". "La dimensione della sfida globale richiede nelle società mature una nuova consapevolezza e soprattutto un atteggiamento di non inerzia davanti ai tanti problemi della comunità internazionale, a cominciare dalla pace.".

Questo e tanto, tanto altro nel bel libro di Giulia Fossà.

rosalbasatta@tiscali.it

 

Giulia Fossà

 

 

Sa terza turre de sos dirittos

 

    A  Rosalba Satta

 

Sa turre alta es troppu rischiosa

Soggetta, che-i sas gemellas , a che ruere:

chie cun prepotenzia cheret’induere

si straziu de sa gente bisonzosa!

 

Chie est’a sutta non pode fuere

dae s’indolenzia superbia vanitosa,

sa miseria, sa rabbia velenosa

podete sa terza turre distruere.

 

Sa Babilonia antica e moderna

de Nerbon infame, su dominiu

à de deus sa maledizione eterna.

 

De su tempus modernu e anticu

de sa prepotenzia vile, si sterminiu

Deus cumanda s’orribile casticu.

 

Su rispettu fraternu , sa libertade

de amare su prossimu che frade,

azzuare su poveru in sa necessidade

èr dirittu e non caridade!

 

Sia biancu o nieddu est’unu frade

sa chiza non cambia s’identidade,

chie comandata a sa vacultade

de governare imparziale e onestade.

 

Su poveru sottomissu e ubbidiente

a si imposizione de su riccu

er derisu, avilidu e maltrattu.

 

 

Ma deus a casticadu cussa gente

Certos lana vivida a s’impiccu;

e certos , no ischimus sa vine can fattu.

 

Non so puddericu, nè novellu

ezzu so e norantachimbannos.

prenu de acciaccos e malannos

a sa clemenzia e deus fac’appellu.

 

So amante de su onu e de su bellu

so contr’a sos abusos e ingannos,

amo e ammiro sos genios mannos

chi usana pinna, tinta e pinzellu.

 

Passo su tempus meditande

o leggende notizias struttivas

e su lumene tuo in s’Ortobene.

 

Intanto chin su tempus es colande

isetande bonas direttivas;

di saludo e d’auguro chi istes bene.

 

Gaspare Mele

Orotelli 28-06-2006