Il nuovo libro di Terzani, 

un' invocazione per la crescita spirituale delle comunità.

 " UNA GUERRA CONTRO LE PASSIONI "

 

Tiziano Terzani

 

Ogni tanto succede…e la sensazione di benessere dura a lungo ed è talmente piacevole e lubrificante da far nascere un bisogno di condivisione. Parlarne è inevitabile, doveroso.

Ogni tanto succede …d’imbattersi nel libro del quale, in quel momento, avevamo bisogno , ed è come spiccare il volo e scoprire orizzonti più vasti, mai immaginati prima.

E’ accaduto a me ,un po’ di tempo fa, quando ho avuto l’occasione di leggere- spedito da Pisa da mio figlio Massimo- il libro di Tiziano Terzani, "Lettere contro la guerra". "Berlo" tutto d’un fiato è stato spontaneo, rileggerlo per assaporare e centellinare le emozioni , naturale.

E dopo…mi sono sentita diversa. Migliore.

E’ proprio vero che – come recita un vecchio detto, "i sentieri si formano camminando". E Terzani di strada ne ha percorso tanta. Soprattutto nella coscienza dell’uomo.

"Mi piace essere in un corpo che ormai invecchia. – scrive nell’ultimo capitolo del suo libro - Posso guardare le montagne senza il desiderio di scalarle. Quand’ero giovane le avrei volute conquistare. Ora posso lasciarmi conquistare da loro. Le montagne, come il mare, ricordano una misura di grandezza dalla quale l’uomo si sente ispirato, sollevato. Quella stessa grandezza è anche in ognuno di noi, ma ci è difficile riconoscerla…"

E ancora : " Ho bisogno di silenzio. Solo così può capitare di sentire la voce che sa, la voce che parla dentro di noi. Forse è solo la voce del buon senso , ma è una voce vera.".

Il suo è un libro che invita alla riflessione, che scuote e rassicura, che conduce alla "comunione", alla solidarietà… nella consapevolezza che la "verità" non sta mai da una parte sola, e che, in tutti i casi, va cercata, sempre, con umiltà, anche là dove potrebbe essere "sapientemente" nascosta o dove, nel riconoscerla, potremmo provare turbamento.

Quella verità che, in ogni caso, anche se trovata e conquistata (?), non va mai utilizzata come un’arma CONTRO, ma come un mezzo, un motivo in più PER andare incontro all’altro che, forse, ha smesso di cercare perché ha smesso di credere in un futuro a misura d’uomo.

"Il grande progresso materiale- scrive sempre Terzani - non è andato di pari passo col nostro progresso spirituale. Anzi : forse da questo punto di vista l’uomo non è mai stato tanto povero da quando è diventato così ricco. Da qui l’idea che l’uomo, coscientemente, inverta questa tendenza e riprenda il controllo di quello straordinario strumento che è la sua mente.".

Il libro "Lettere contro la guerra" è un invito a combattere l’unica guerra etica possibile : quella interiore "contro gli istinti e le passioni più basse dell’uomo.". L’unica guerra capace di farci comprendere come il benessere o il malessere di ognuno di noi , oggi più di ieri, dipenda dal benessere o dal malessere dell’altro. L’unica guerra che, senza seminare dolore, povertà, distruzione, mutilazioni e morte - ma dando vigore ai valori spirituali - può consentire la rinascita . L’unica "guerra" capace di costruire , di dare senso e spessore alle varie citazioni divine, delle quali , ieri e oggi, troppo spesso e a sproposito, ci riempiamo la bocca per giustificare l’ingiustificabile. Del Dio che gronda sangue sono strapiene le pagine della storia di ieri e di oggi. Ed è un Dio che soffre, non un Dio complice.

"E’ il momento di uscire allo scoperto – ci ricorda sempre Terzani - ; è il momento d’impegnarsi per i valori in cui si crede. Una civiltà si rafforza con la sua determinazione morale più che con nuove armi". " Il cammino è lungo e spesso ancora tutto da inventare. Ma preferiamo quello dell’abbruttimento che ci sta dinanzi? O quello, più breve, della nostra estinzione? Allora: buon viaggio! Sia fuori che dentro…".

"Lettere contro la guerra": un libro da tenere a portata di mano , e da regalare soprattutto alle persone che percorrono una strada diversa dalla nostra…nella speranza che, prima o poi, si verifichi quell’incontro che ci consenta di scalare insieme la montagna più alta e più affascinante : la nostra coscienza.

(Da "L'Ortobene" del 29 settembre 2002)

Rosalba Satta Ceriale