L’ESPERIENZA DI BUDONI

di

DANIELE GIANCANE

 

La poesia molto spesso viene sottovalutata nella scuola dell’obbligo, considerandola una sorta di piacevole passatempo,

di momento esclusivamente ludico da relegare– tutt’al più – a riempitivo dei momenti di passaggio fra un apprendimento e l’altro.

Non v’è ancora consapevolezza che il discorso poetico possa costituire una straordinaria esperienza di formazione umana, do conoscenza del sé e del mondo; non si allude qui soltanto alla poesia da "gustare", ovvero alla poesia d’autore, ma soprattutto alla poesia scritta dai ragazzi.

E’ vero che in alcuni casi l’esperienza di scrittura creativa viene realizzata, ma si tratta quasi sempre di esperienze occasionali e spontaneistiche, che non trasmettono ai ragazzi l’idea fondamentale che la poesia è un linguaggio, che questo linguaggio si può imparare e può divenire un "modo" di esprimersi e addirittura di essere.

Già alla fine degli anni settanta Kenneth Koch, negli USA, dette vita a un "Movimento Scuola/Poesia" incentrato essenzialmente su una metodologia di insegnamento ai ragazzi a scrivere poesia; metodo adottato ,in gran parte, dal sottoscritto per una serie di esperienze pubblicate in libri e articoli.

A Budoni, un team di insegnanti delle scuole materne ed elementari(Rosalba Satta, Marisa Pinna, Giacinta Nanu, Nina Manchia,Lina Barbina, Silvestra Miscera, Patrizia Dessanai) ha dato vita ad un laboratorio di poesia, invitando la scrivente ad una serie di incontri con bambini della scuola materna, ragazzi della scuola elementare, insegnanti di entrambe le scuole, adulti.

Si è trattato di incontri sul piano teorico/pratico.

Con gli insegnanti si è riflettuto sugli obiettivi educativo-didattici di una educazione alla poesia, criticando anche la didattica della poesia sovente in voga nella nostra scuola ( didattica che verte essenzialmente – come è noto – sulla memorizzazione e sulla parafrasi, itinerari che allontano dalla poesia, perché si riferiscono a linguaggi "altri" o perché conducono all’approccio dei ragazzi alla poesia come costrizione).

Con gli adulti, l’incontro è stato, nella prima parte, teorico/ espositivo; nella seconda parte invece si è proceduto ad un esempio di "animazione poetica" : gli adulti hanno scritto poesie, dopo breve stimolazione creativa.

Come sempre avviene in queste occasioni, dalla quantità di materiale letto, sono emerse anche poesie assai belle, profonde, di grande sensibilità ; conferma, ancora una volta ,che appreso il linguaggio della poesia, si è capaci di esprimersi poeticamente, di dare ordine alle emozioni.

Naturalmente, non ci si è stancati di sostenere che l’obiettivo della scrittura creativa non è quello – in primis – di far divenire tutti poeti "professionisti", ma di rendere tutti capaci di esprimersi in poesia.

Nella scuola materna il sottoscritto ha preso visione del lavoro già brillantemente svolto dalle insegnanti, già di per sé un fatto raro, perché educare alla poesia nella scuola materna è esperienza tutta da inventare e necessitante di itinerari particolarmente studiati e verificati ( non potendosi naturalmente supportare col linguaggio scritto ). Si è proceduto, in seguito , alla messa a punto di altri itinerari per proseguire il laboratorio già iniziato.

Gli incontri coi ragazzi della scuola elementare hanno intanto evidenziato la scrittura di originali poesie da parte dei ragazzi e il clima educativo di dialogo, di socializzazione, di autenticità.

La poesia si è ancora una volta dimostrata uno strumento unico per tirar fuori il mondo interiore, così spesso represso ( e causa , a volte, di problemi di incomunicabilità, quindi di alienazione ).

Si è poi analizzata la possibilità – e i percorsi didattici – di fare della scuola materna ed elementare di Budoni un centro permanente di educazione alla poesia, ovvero un "Laboratorio di scrittura creativa", che sarebbe l’unica esperienza del genere in tutta Italia.

Il progetto si inserisce inoltre assai bene nell’educazione alla salute, perché fare poesia vuol dire esprimersi, dialogare, sciogliere il magma di sentimenti ed emozioni che resta nel fondo della coscienza, abituare a dar voce al "bambino segreto" molte volte soverchiato dall’eccesso di cognitività e di apprendimenti della nostra scuola.

L’esperienza di Budoni mi pare un tassello importante lungo una via ancora poco percorsa ma ricca di potenzialità ancora inesplorate nei diversi livelli attinenti alla formazione integrale dei ragazzi d’oggi.

UNIVERSITA’ di BARI

DANIELE GIANCANE

BUDONI, UN PAESE IN AMORE CON (E PER ) LA POESIA

di

DANIELE GIANCANE

 

A Budoni avviene qualcosa di straordinario.

Il paese intero è coinvolto in un’ animazione di poesia, da quando Rosalba Satta, insegnante nella locale scuola elementare e assessore alla Cultura, con alcune colleghe ha dato il via ad una sperimentazione fascinosa : centrare il progetto di educazione alla salute sulla poesia, nella convinzione che esprimersi attraverso la scrittura possa essere un itinerario preventivo riguardo alla salute mentale ; ovvero , che scrivere poesia sia una specie di terapia, perché – conducendo all’espressione di sé, del proprio mondo interiore così spesso represso dalla nostra civiltà- diviene un’attività catartica, liberatoria.

Già alcuni psicologi hanno affermato (basterà citare Carl Rogers ) che la sorgente di molte devianze e psicosi è l’impossibilità di essere se stessi, di esprimersi, di realizzare le infinite possibilità che ciascuno ha dentro di sé. La poesia può essere allora il grimaldello giusto, la via per

un ‘educazione all’autenticità.

A Budoni la scuola elementare e la scuola materna ormai sono laboratorio di poesia , ma il bello è che – al di là della scuola – l’ intero paese sta partecipando all’esperimento : l’estate scorsa chiunque , passeggiando per il paese , poteva scrivere poesie su cartelloni bianchi posti ai lati della strada.

 

 

Da "L’UNIONE SARDA" del 23 aprile 1998

POESIE PER GLI AMICI DI PENNA

di

PIERA SERUSI

 

Il pomeriggio del 30 marzo scorso, quello dell’incontro col Presidente della Camera Luciano Violante – organizzato per il cinquantesimo anniversario dello Statuto Sardo – i bambini

della 5 A e della 5 B della scuola elementare di Budoni, stringevano un coccolone di emozioni grosso così dentro al cuore.

Non solo perché, tra i ragazzi invitati – quelli di tutti i Consigli comunali giovani della Sardegna e gli alunni della 3 C delle medie di Santa Giusta, ideatori del gioco "Quirinator" – erano senz’altro i più piccoli; ma soprattutto perché, finalmente, avevano modo di incontrare quei due loro grandi "amici di penna" che, da tempo, sono Luciano Violante e Gian Mario Selis.

Un’occasione praticamente unica.

Il programma prevedeva non più di cinque minuti a disposizione dei nostri , per un saluto con letture di poesie composte per l’occasione?

Beh, i bambini hanno compiuto il miracolo di dilatare all’ infinito quel tempo stretto stretto – infilandoci dentro i bellissimi acrostici di cui sono capaci, con la loro voglia di libertà e di futuro – senza sgarrare di un solo secondo con l’orologio.

I loro amici Presidenti si sono commossi, anche se non era la prima volta che "ascoltavano" lo sguardo poetico dei bimbi di Budoni ( e infatti il Presidente Selis l’ ha confessato, raccontando della "sintonia che ci lega da tempo" ).

Li avessero potuti sentire anche tutti gli altri "grandi" amici di penna , i piccoli poeti! Oscar Luigi Scalfaro,Tiziano Treu,la poetessa nuorese Lucia Pinna, il poeta gallurese Giacomo Murrighili, il poeta-scrittore Efisio Lippi Serra, la senatrice Carla Rocchi, la scrittrice Lucia Tumiati…un elenco lungo lungo di artisti, politici, personaggi noti e meno noti, coi quali i bambini scambiano impressioni, pensieri, poesie.

E ricevono , ogni volta , un libro nuovo, un libro di versi, per una biblioteca tutta speciale che stanno tirando su:

"Casa della Poesia", la chiamano loro.

Un’ impresa stratosferica per gli adulti, figuriamoci per i piccoli! Il fatto è che i nostri verdissimi poeti sono guidati dalle loro insegnanti – Rosalba Satta Ceriale, Nina Manchia, Lina Barmina, Patrizia Dessanai – lungo il percorso di un progetto di sperimentazione di scrittura poetica dei bambini ; progetto cominciato cinque anni fa , lavorando col metodo Koch (del poeta americano che ideò, appunto , il metodo del "verso- stimolo).

Così se cinque anni fa i nostri poeti, ancora imberbi, scrivevano versi sullo "stimolo" del "Vorrei diventare…", "Una volta credevo…", "La felicità è…", crescendo hanno imparato ad esprimersi con gli acrostici e le rime; a guardare e raccontare il mondo col respiro immenso della poesia.

Studiano, questi ragazzi , con la poesia.

"Niente di strano – assicura RosalbaSatta Ceriale – la poesia è un approccio creativo alle cose, al sapere. Con un approccio poetico si può studiare la storia,, la geometria , le lingue, come il sardo".

I suoi alunni già lo fanno.

Piccoli geni?

"Sono bambini normali che hanno imparato ad esprimere le proprie emozioni; a riconoscere se stessi, il prossimo, e il resto del creato come soggetti unici e speciali".

La curiosità aumenta.

Scusi maestra, posso spigolare sulle lettere dei grandi amici di penna dei suoi ragazzi?

 

 

QUANDO A BUDONI LA SCUOLA

GIOCA A FAR POESIA

di

PIERA SERUSI

 

Se lo raccontassimo ai freddi sociologi, a chi si fida solo delle statistiche, e a chi per convinzione – o solo per abitudine – piange sulla morte lenta della scuola nuorese, non ci crederebbe.

Eppure , tra bambini in via d’estinzione, verticalizzazione, riforme- chimera, esistono nella scuola , in provincia , piccole oasi dove è tutta un’altra storia.

E’ notizia dell’altro giorno : gli alunni della quarta elementare di Budoni hanno fatto incetta di premi al concorso nazionale "Piccolo poeta" di Ripatransone :primo, secondo e terzo premio per la poesia individuale, più quello per la migliore poesia di gruppo, più il premio speciale per la migliore performance, l’Ave Maria in sardo.

Piccoli geni? "Niente affatto-precisa Rosalba Satta Ceriale, assessore alla cultura del Comune, e maestra della quarta con le colleghe Pinna, Dessanai, Barbina –sono bambini normali, che hanno imparato a riconoscere e ad esprimere le proprie emozioni, acquistando così, non solo la consapevolezza di sé, ma anche la capacità di riconoscere gli altri e il mondo come soggetti, da scoprire, amare e capire".

La poesia, da Cenerentola del programma- pillola indigesta da mandare giù a memoria –diventa principessa della comunicazione, metodo e progetto.Il progetto "La scrittura poetica del bambini" prende l’avvio nel ’93 – col coinvolgimento di una sezione della scuola materna di Budoni- centro - dalla lettura de "La fragola è una faccia col morbillo", un libro di Daniele Giancane, pedagogista e animatore poetico. "Si lavora col metodo di B. Kock, poeta americano che ha ideato un metodo aperto che parte dal verso stimolo- precisa Rosalba Satta - .Ad esempio : "Vorrei diventare…" "Una volta credevo…", "La paura è…" sono uno stimolo che invitano i bambini alla poesia collettiva e li aiutano, contemporaneamente, a superare paure e timidezze, e a confrontarsi col gruppo". Nasce ,poi, la poesia individuale, e il gusto per la poesia, che è poi solo un modo diverso, più attento e partecipe di guardare il mondo. "La poesia è amore per tutti i rami del sapere. Con un approccio poetico si possono studiare il teorema di Pitagora e le scienze".

Con la poesia i bambini di Budoni imparano anche il sardo e la storia, corrispondono con personaggi famosi e con classi sarde e della penisola e, tra poco, avranno una biblioteca "poetica". "Dopo la vittoria –dice Rosalba Satta- Floriana,un’alunna, mi ha detto: "Maè, hai visto?Siamo partiti piano piano e guarda un po’ dove siamo arrivati…".Questo dimostra quanto è importante per loro l’amore per le cose che imparano e la stima di sé".

Importante per i bambini, una speranza per questa nostra terra.

(da "L’Unione sarda" 14 novembre 1996)

 

 

FATE USCIRE IL POETA CHE E’ IN VOI

di

SIMONETTA SELLONI

 

Dentro ogni persona si annida un poeta.Per crederci basta andare a Budoni, dove, per tre giorni, gli abitanti si sono svegliati con la poesia.In versi sciolti, in rima, componimenti ermetici, poesie lunghe in "limba" e persino in tedesco. "Poesie per incontrarsi, parlarsi, crescere insieme": poche parole per spiegare il senso di una manifestazione voluta dall’assessorato comunale alla cultura, e soprattutto dall’assessore Rosalba Satta, con la collaborazione della Pro-loco e l’insostituibile contributo delle scuole materne ed elementari. A dire il vero è arrivato proprio dal mondo della scuola l’input di una iniziativa che ha trasformato per tre giorni bambini, genitori, insegnanti, passanti e anche turisti in poeti estemporanei. "Progetto ragazzi 2000", un programma di educazione alla salute avviato nello scorso anno scolastico "di prevenzione propositiva, non contro qualcosa ma per costruire qualcosa", sottolinea Rosalba Satta , coordinatrice del progetto. I promotori dell’ iniziativa – finanziata con cinque milioni dal Provveditorato agli Studi di Nuoro – hanno sposato le teorie per le quali l’espressione poetica è uno stimolo al confronto con la personalità propria e degli altri. Serve a conoscersi,a superare traumi , demolire preconcetti.

Tutta Budoni è tappezzata di poesie : il punto di massima concentrazione è davanti alla chiesa.

Se ai bambini, durante l’anno, sono state insegnate alcune tecniche poetiche, come l’aikù – tecnica giapponese basata sul gioco delle sillabe – gli acrostici, i calligramma… nei pannelli ci sono poesie e riflessioni di decine e decine di persone coinvolte in una iniziativa dove non si vince nulla, se non una briciola di autoconsapevolezza in più.

"Grigia è la tristezza di chi è solo", scrive un Ungaretti in erba, prendendo spunto dai colori per comporre un piccolo capolavoro. Chissà quali pensieri tetri agitavano la mente della bimba che ha scritto: "Se fossi la notte spaventerei la gente del paese con le mie mani buie e nere". Oppure la sconvolgente semplicità della logica dei bambini:"Sono contento/quando mia madre/mi fa i regali/come quel coniglio azzurro/ che mi regalò un giorno".

Non mancano poesie d’amore di cuori infranti,messaggi sulla violenza, considerazioni profonde, ballate in romanesco.

Chiunque sia passato a Budoni in questi giorni e si sia reso disponibile a sottrarre cinque minuti alla fretta di sempre o alla vacanza, ha voluto e potuto lasciare il segno.

Oltre al gran finale con la lettura in piazza di molte composizioni, la tre giorni di poesia avrà un seguito : tutti i lavori saranno raccolti e pubblicati in un opuscolo. E già si pensa a organizzare e ampliare il discorso per il prossimo anno.

(da "L’Unione Sarda" agosto 1995)

 

Visita in Regione

Mini-poeti da Selis

 

"E’ stata una giornata bellissima. Abbiamo letto le nostre poesie al Presidente Selis che ci ha regalato tanti libri per la nostra biblioteca poetica". Così i bambini delle terze classi della scuola elementare di Budoni commentano la giornata trascorsa col presidente Selis. Su invito delle maestre Rosalba Satta, Lina Barmina e Nina Manchia, i piccoli poeti avevano inviato a Selis un calligramma augurale e loro acrostici.

"Fa piacere - aveva scritto il Presidente del Consiglio Regionale- constatare che esiste una riserva di gioia, di stupore, di generosità che sgorga dal cuore dell’ infanzia. Vi aspetto in Consiglio per una visita".

Così ha ricevuto maestre, alunni-poeti e genitori.

"E’ stata un’esperienza stupenda che corona un anno di lavoro del laboratorio di poesia - ha detto la maestra Satta- Abbiamo discusso di poesia ed avuto grandi accoglienze".

T.I.

(da L’Unione sarda" del 18 giugno 1996)

 

 

Incontro con il poeta Lippi Serra

 

E’ stata una giornata davvero speciale quella del 23 aprile per le insegnanti e gli alunni delle quinte classi delle scuole elementari di Budoni.

L’incontro con il poeta-scrittore Efisio Lippi Serra (programmato all’interno del progetto "Sperimentazione alla scrittura poetica dei bambini"), a parte la prevedibile dose di interesse , ha suscitato, sia nei bambini che negli adulti, un ‘emozione particolare.

Fin dal suo ingresso in aula - accolto con un lungo applauso dagli alunni che desideravano conoscerlo personalmente da tempo – si è immediatamente verificata una corrente sinergica che ha fatto sì che ogni alunno si sentisse a proprio agio e portasse fuori, perciò , il meglio di sé.

Efisio Lippi Serra , autore squisito di opere di narrativa e di poesia (opere che hanno conseguito autorevoli riconoscimenti in campo nazionale; basta ricordare il premio nazionale e internazionale "M. Pannunzio" per la narrativa e "Il graffito d’ oro" per la poesia) è un uomo capace di forti emozioni.

Uomo straordinariamente generoso , ha donato a tutti, alunni ed insegnanti, una maglietta che porta impressa l’ immagine della primavera e il verso "Serenità più amore vuol dire poesia".

Efisio Lippi Serra , già in passato , aveva dato il suo prezioso contributo poetico : non solo ha fatto dono di tutti i suoi libri alla scuola ( in risposta agli articoli-appelli , apparsi ne "L’Ortobene" e ne "La nuova Sardegna", sotto il titolo "A.A.A. libri di poesie cercansi") ma, pare incredibile!, ha pubblicato un libro, "Acrosticando", che raccoglie alcuni acrostici scritti dagli alunni e dalle insegnanti di Budoni ;acrostici abbelliti dalle splendide foto dei fiori del suo giardino. Ed ogni alunno ha avuto la sua copia personalizzata e autografata.

Ciò che colpisce in quest’uomo è la straordinaria capacità di porsi in relazione non solo con gli adulti ma, cosa meno semplice , con i bambini. "Il suo modo di esprimersi ricorda quello di Piero Angela – hanno commentato gli alunni con l’aria di chi se ne intende!

L’incontro con Efisio Lippi Serra segue quelli , ugualmente recenti e altrettanto emozionanti, con don Albino Sanna ( che non solo ha registrato e trasmesso l’incontro a Radio Barbagia , ma ha fatto dono dei suoi libri "In confidenza" e "Conosci te stesso"), con Federico Palomba, Luciano Violante e Gian Mario Selis, in occasione del 50° anniversario dello Statuto Sardo. E Gian Mario Selis - che gli alunni hanno avuto occasione di incontrare in altre occasioni, perché invitati dal Presidente presso il Palazzo di via Roma sempre grazie al progetto di sperimentazione alla scrittura poetica - verso la fine di maggio ricambierà la visita e incontrerà a Budoni questi piccoli- grandi bambini che, non a torto, sono convinti che "la voglia di poesia sia voglia di libertà".

"E’ un modo di fare scuola – ha sottolineato la direttrice didattica Pierina Chironi – non riduttivamente ancorato ad una prospettiva sociologica e didattica , ma aperto ad una cultura che trova canali di comunicazione e di informazione diversi da quelli tradizionali".

A.F.

(da "L’Ortobene" maggio 1998)

 

 

IL PRESIDENTE SELIS

I BAMBINI E LA POESIA

 

"Tempo fa è arrivata una lettera. Si legge : - Verrò a trovarvi.

La firma è quella del Presidente del Consiglio Regionale , Gian Mario Selis. Il Presidente ha mantenuto la promessa ed il nove giugno è venuto a trovarci! Ora , mentre io sto qui a scrivere comodamente seduta, Selis avrà mille cose da fare; ma mi piace pensare che nella sua mente e nel suo cuore c’è ancora la tenerezza dell’incontro appena trascorso…".

Così, Floriana, un’alunna della quinta elementare di Budoni, commenta per iscritto l’incontro con il Presidente Selis.

"L’attesa è stata snervante- continua Sabrina – e quando è arrivato il mio cuore batteva forte… Ero al settimo cielo. Ero così contenta che non sentivo più il corpo.". "L’abbiamo accolto con l’Ave Maria in lingua sarda- sottolinea Ambra – e dopo , ognuno di noi ha recitato una poesia . Il Presidente ci ha detto che stiamo facendo rinascere la poesia anche nelle altre scuole".

"Mi è piaciuto tanto il suo discorso – precisa Lorena – Ha definito la poesia "la colonna sonora della nostra vita".Ci ha consigliato di coltivare un giardino ideale dove far crescere ogni giorno idee e pensieri poetici.". "Mentre parlava – scrive Sara – pensavo quanto sia speciale quest’ uomo : in fondo ha gli stessi nostri pensieri in testa…tanta voglia di creare un futuro migliore".

A Michele – che ha suonato l’organetto – il Presidente ricorda Babbo Natale "perché ogni volta che ci scrive o che ci incontra , ci regala i sentimenti più belli". "Il consiglio dato dal Presidente che seguirò – afferma decisa Daniela – è quello di conservare le parole più belle in un ideale scrigno magico".

"Non è cambiato di una virgola – puntualizza Stefania – rimane sempre la stessa persona di una volta : gentile, generosa…".

E con affetto e simpatia commentano l’incontro anche Samuele , Ilaria , Davide , Enrico , Valeria , Fiorella , Vanessa, Rita , Loredana , Giuseppe, Roberto, Giocoso, Pietro, Stella.

Il Capo di Istituto , la dottoressa Pierina Chironi, ha parlato davanti a un pubblico di oltre trecento ragazzi, dell’importanza della collaborazione fra la scuola e le altre istituzioni : Comune, Comunità Montana , Provincia , Regione.

"Quella auspicata – ha sottolineato – è una modalità di rapporto che non può limitarsi al solo onere di inserire la spesa per la scuola – certamente importante – nel proprio bilancio, ma che deve essere fatta di presenze e di confronto. Il Presidente Selis ha mostrato questo tipo di sensibilità nei confronti della nostra scuola, da tempo : infatti , da tre anni, ha con gli alunni , che oggi frequentano la quinta, un contatto continuo. Di questo lo ringraziamo".

Nell’occasione davvero importante per la scuola di Budoni, il Presidente Selis ha premiato i 38 alunni delle elementari e delle medie che si sono distinti , nella cultura e nello sport, a livello nazionale, in più occasioni.

"Vuole essere un premio- ha concluso il Capo di Istituto – non tanto alle vittorie conseguite dagli alunni, quanto allo spirito di sacrificio , all’impegno, ai valori formativi che sottendono questi impegni. Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente gli insegnanti Rosalba Satta, Nina Manchia, Lina Barbina, Daniele Ventroni , non solo per le loro qualità professionali, ma per la dedizione alla scuola che va sicuramente oltre il dovere professionale".

P.S.

(da "L’Ortobene" 21 giugno 1998)

 

 

AL TROFEO NAZIONALE DI POESIA DEL RAGAZZO A SCAFATI

 

 

BUDONI STRAVINCE

di

Salvatore Bussu

 

 

Con le poesie "La pace" e "Lacrime di Sardegna", due alunne delle scuole elementari e medie di Budoni, Sara Tucconi e Luciana Ceriale, hanno vinto , rispettivamente , il primo e il secondo premio del "Trofeo nazionale di poesia del ragazzo".

Il concorso, giunto alla quinta edizione, è stato organizzato dal CIDAC, Centro Iniziative Arte e Cultura. La premiazione, alla presenza di eminenti autorità della scuola e della cultura, ha avuto luogo a Scafati il 13 maggio. Noti attori del teatro e della Rai hanno letto le poesie vincitrici.

"E’ stata una giornata da favola!", ha commentato - a caldo -, Sara, al suo rientro a Budoni , con in mano il trofeo che le è stato assegnato.

L’ insegnante Rosalba Satta Ceriale comprende e condivide la gioia dell’ alunna e sa che Sara ripenserà al suo viaggio a Scafati per tanto tempo ancora , e che coccolerà il ricordo in modo che non sbiadisca o ingiallisca mai.

E’ contenta del risultato raggiunto dalla figlia Luciana e dall’alunna Sara, ma non sorpresa.

Da sempre, infatti , pone la poesia al centro della sua programmazione didattica e, intorno alla poesia, ruota tutto il suo insegnamento, il suo "fare" scuola che ha come obiettivo primario quello di scuotere le coscienze, creando sensazioni e impedendo, così, che cresca e germogli il seme dell’ insofferenza.

"Educare alla poesia - ha precisato Rosalba in un recente incontro – significa fare in modo che il bambino impari , innanzi tutto , a dialogare con se stesso, a prendere coscienza delle varie emozioni e sensazioni che il vivere con gli altri e con se stessi produce e crea.Non solo. Educare alla poesia significa dare un senso a ciò che , a prima vista, può apparire banale, ovvio, scontato. Significa , per farla breve, creare le condizioni per le quali ci si possa meravigliare , in un mondo che rischia di creare frustrati e/o degli indifferenti. Può apparire difficile. Basta evitare gli errori che creano una situazione di rottura o, peggio, di insofferenza nei confronti del linguaggio poetico; è necessario , ad esempio, bandire le così dette "versioni in prosa", che sono, poi, la richiesta di trasformare in prosa dei versi : cosa non solo non facile, ma a volte addirittura impossibile. Basta citare i meravigliosi versi "M’illumino d’immenso", davanti ai quali si può rimanere ammutoliti e, nonostante la "burrasca" creatasi nell’intimo, incapaci di tradurre con le parole l’emozione provata .

Uno degli errori più imperdonabili – quello che poi fa sì che la scuola del sorriso sia o diventi la scuola dello sbadiglio – è quello di considerare l’educazione alla poesia , il fare teatro a scuola , la creazione e la drammatizzazione di storie create dagli alunni, la corrispondenza epistolare e l’ incontro con scrittori e poeti di fama, l’ insegnamento della lingua sarda…come un qualcosa di alternativo e non di complementare. Come non capire che sono il "sale" di un apprendimento veramente attivo?. Ma le cose da dire sarebbero tante, troppe.

Una cosa è certa: quando l’alunno impara ad amare la poesia, e quindi a guardare in modo poetico il mondo, crea, egli stesso, una situazione di attesa alla poesia, e ne fa richiesta all’ insegnante; e poi, succede sempre!, tenta di comunicare anch’egli in forma poetica : spesso i risultati superano le aspettative.

Per concludere : un bambino che impara, fin dalle prime classi della scuola elementare, ad amare la poesia, a scrivere poesia e a comunicarla, sarà un individuo tollerante, avrà vivo il senso della giustizia , accetterà il dubbio, raggiungerà una certa armonia con se stesso e con gli altri…".

Mentre Rosalba parlava, l’osservavo : osservavo il suo gesticolare, vedevo il suo entusiasmo, scorgevo l’ innamoramento per le cose nelle quali crede. Se n’è accorto, di recente, anche lo scrittore Marcello Argilli, con il quale corrispondono , da alcuni mesi, i suoi alunni. Dopo aver ricevuto e letto il libro di poesie di Rosalba. ha così scritto:

"Ora capisco la ragione più profonda che lei sa stimolare nei suoi alunni per il mondo della fantasia, per ciò che si può amare e fantasticare sulle pagine di un libro. Solo chi ha un’anima di poeta, riesce veramente a comunicare in chiave poetica con i bambini e a svelare loro le vie all’ avventura dei sentimenti e della fantasia".

Ecco perché Rosalba è felice ma non sorpresa del risultato ottenuto dall’ alunna Sara e dalla figlia Luciana.

(da "L’Ortobene" giugno1987)

 

 

Budoni, un progetto delle scuole materne ed elementari per usare la poesia come arma di prevenzione.

 

 

LA POETICA LOTTA CONTRO

L’ ABBANDONO SCOLASTICO

di

Gian Carlo Ortu

 

Iniziativa per l’ educazione alla salute e per prevenire l’abbandono e la dispersione scolastica da parte di alcune insegnanti della scuola materna ed elementare del circolo didattico di Budoni.

L’ iniziativa è stata avviata dalla direttrice Pierina Chironi ed è legata a quella nazionale promossa dal Ministero della pubblica istruzione.

L’ esperienza è interessante e, per certi versi , provocatoria perché le insegnanti hanno saputo stabilire una stretta relazione tra il concetto di prevenzione e il concetto di poesia.

"In una società utilitaristica come la nostra- sottolineano infatti le insegnanti – fare poesia vuol dire rinunciare alla mercificazione e alla omologazione di massa. Esprimere – ribadiscono ancora dalla scuola le protagoniste dell’ esperienza – un atto poetico ( che è un atto disinteressato e senza finalità immediata ) può essere davvero l’ unica alternativa".

Ma a che cosa si deve essere alternativi per la scuola materna ed elementare di Budoni e, più precisamente, per le insegnanti Rosalba Satta, Marisa Pinna, Lina Barmina, Giacinta Nanu, Nina Manchia e Silvestra Miscera, protagoniste dell’ iniziativa?

"Consiste nel contrapporre ad un modello di società in corsa, che vede gli uni e gli altri in frenetica competizione, un modello di società che fa

l’ elogio della lentezza e del pensiero divergente , e pone gli uni e gli altri in cooperazione tra loro".

Insomma, per queste insegnanti si tratta di un ritorno ad una società meno frenetica, che rivaluti valori quali la solidarietà e la collaborazione , rispetto alla competizione a tutti i costi. E allora ecco cosa può fare la scuola : "Perché la scuola porti avanti un’ efficace opera di prevenzione non è necessario, né risulta conveniente combattere in tanti, ma costruire insieme : ai compagni, agli insegnanti, ai genitori, agli amministratori locali e a tutte le energie migliori presenti nel territorio, usando uno strumento semplice ed efficace: la poesia".

Partendo quindi dalla scuola, dove deve essere creato un clima favorevole e gioioso, grazie al quale il bambino-ragazzo sia indotto ad orientare la propria ricerca del piacere verso forme positive e possa stabilire rapporti con coetanei ed adulti di alto contenuto relazionale.

Il progetto, portato avanti a Budoni, è stato finanziato dalla competente commissione di educazione alla salute del Provveditorato.

Esso si snoda in un cammino educativo e formativo basato sulla prevenzione e ispirato a metodologie e tecniche all’ avanguardia.

Nel corso del progetto le insegnanti si sono avvalse anche di collaborazioni esterne. In particolare dell’esperienza dell’animatore poetico - docente universitario di letteratura per l’ infanzia all’ Università di Bari - Daniele Giancane che ha diretto l’animazione poetica nelle classi.

(da "La Nuova Sardegna" del 28 maggio 1995)

 

 

BUDONI

 

IL PRESIDENTE SCALFARO SCRIVE AGLI ALUNNI

 

E’ possibile comunicare, coinvolgere, e avere come compagni di viaggio anche bambini e adulti che vivono altrove ?

E’ semplice! Basta volare con le ali della poesia.Risulta quasi impossibile resistere al suo richiamo!

Ed ecco , lanciato l’ invito, avere come interlocutori gli alunni delle quinte classi elementari di San Mauro Pascoli che, come gli alunni frequentanti le terze elementari a Budoni, portano avanti un progetto di stimolazione alla scrittura poetica.

Ecco stabilito un dialogo poetico con Mario Lodi, Lucia Tumiati, Marcello Argilli, Rosa Rinaldi Carini, Albino Bernardini…che rispondono con entusiasmo ai versi stimolo proposti dagli alunni di Budoni: "Se fossi una rondine…". "La fantasia è…" e così via.

"Grazie per la speranza che sapete infondere. Proseguite anche per me", scrive Marina Meini, da Lodè.

"Complimenti per la creatività artistica!", scrive Felicino Moro da Nuoro.

"Credo che il vostro contributo educativo, grazie alla poesia , sia immenso verso i vostri allievi e la comunità tutta", precisa il professor Bonansea, rivolgendosi alle insegnanti Satta, Manchia, Barmina, Pinna, Nanu, Dessanai e Miscera.

"Mi piace molto che vi siano persone che , come voi , credono alla scuola del sorriso", sottolinea lo psicoterapeuta Manuel Tejera de Meer da Roma.

"Tanti giochi sono belli e fanno diventare più agili e forti, ma questo fa diventare gli occhi più scintillanti, la bocca più dolce e le orecchie più sensibili. Insomma, fa diventare più belli soprattutto dentro", scrive lo scrittore Marcello Argilli.

"Ho ricevuto gli acrostici. Non nascondo che mi sono commosso. Vorrei venire a trovarvi", propone il colonnello Francesco Angius.

E tanti altri ancora, più o meno noti, ma tutti sensibili al richiamo poetico.

Tra i nomi più prestigiosi, quello del Presidente della Repubblica e del ministro alla P.I. Lombardi.

Il primo scrive, fra le altre cose : " Siete davvero bravi. Merito vostro e delle vostre insegnanti che vi fanno assaporare le bellezze della creatività e l’armonia della poesia".

Il ministro Lombardi conclude la sua lettera con un "…mi porterò a casa i vostri acrostici con soddisfazione e sono sicuro che me li rileggerò ripensandovi.Che bell’ idea! Bravi voi e le vostre insegnanti".

G.M.

(da "L’Ortobene")