Nuoro e i suoi artisti

L’arte di Salvatore Pirisi

 

Salvatore Pirisi

 

Col trascorrere del tempo ho capito che ogni età ha le sue salite - dove il respiro arranca-, le discese - con le inevitabili cadute - e , ovviamente, i luoghi pianeggianti, poeticamente alberati e ricchi , perciò, di ossigeno.

E quando mi accade di percorrere, col giusto passo, i luoghi pianeggianti , penso spesso – anche per dipingere di bello il mio cammino – agli incontri riusciti della mia vita , a quelli che hanno contribuito a farmi crescere, a mettere in moto il pensiero, a farmi sentire migliore .

Tra gli incontri luminosi occupa uno spazio di rilievo quello col pittore Salvatore Pirisi.

Ebbi il privilegio di conoscerlo tanti anni addietro, in occasione della presentazione del libro di mio padre "Cantos de amistade".

Pirisi aveva realizzato la copertina ed illustrato varie poesie .

Prima ancora aveva ritratto mio padre ed il suo nome mi era familiare e di lui, a casa, si parlava spesso con ammirazione e riconoscenza anche perché nelle pareti del salotto e della camera da pranzo dei miei genitori, i suoi dipinti erano capaci di spalancare le porte della palestra emotiva dell’anima.

Mi è sempre piaciuto immaginare i visi dei poeti e dei pittori dopo aver letto i loro versi o ammirato i loro quadri. Ricordo che scoprire Montale col qualche chilo in più mi sorprese, perché , nella mia fantasia, lo vedevo alto e magrissimo. Anche di Salvatore Pirisi disegnai, nella mia mente, il fisico. Lo "vedevo" con i capelli lunghi, arruffati , con i lineamenti marcati, con lo sguardo distratto dell’artista.

Il giorno prima della presentazione del libro di mio padre , sapendo che sarebbe stato uno dei relatori , mi chiesi se e dove avrei trovato il coraggio di avvicinarmi per manifestargli la mia ammirazione. Gli artisti, spesso, sono un po’ strani, generalmente con lo sguardo perso a rincorrere altro e , di conseguenza , raramente amano dedicare parte del loro tempo ai vari ammiratori.

In ogni caso pensai che avrei osato pur col rischio di ricevere una semplice e formale stretta di mano.

Conobbi, invece, una persona straordinariamente socievole, cordiale, disponibile all’ascolto, bella dentro e fuori.

A incontro terminato , piena ancora di una sensazione di profondo benessere,sentii il bisogno di mettere su carta alcuni versi, a lui dedicati, che gli spedii. Era - ed è - il mio modo di dire "grazie" a chi è capace di stupire, di scoprire e perciò mettere in moto la mia creatività.

Alcuni giorni dopo, con mia grande sorpresa, venne a trovarmi, con mio padre, a Budoni. Mi sentii onorata, felice come un’adolescente che vede la realizzazione di un sogno a lungo coltivato. Mi portò in dono otto litografie che erano – e sono- la rappresentazione della "Via Crucis". Bellissime.

Anche per lui era quello il suo modo di comunicarmi un "grazie" per la poesia che certamente aveva gradito.

In seguito fu lui a realizzare la copertina del mio primo libro di poesie e lo fece con la cura e l’impegno di un amico speciale.

Poi giunse la malattia che fermò il suo passo e determinò il suo volo, il suo distacco terreno.

Quando muore un’artista, va via, con lui un pezzo della nostra anima .

Il lutto colpisce non soltanto la famiglia e coloro che lo hanno amato e apprezzato: è l’intera Sardegna a piangere , perché in quel momento si interrompe un cammino artistico fecondo, denso di emozioni, straordinariamente positivo e propositivo. I suoi dipinti, infatti, continuano ad interrogare il cuore, cullano i sentimenti, trasmettono luce, coinvolgono e accarezzano.

Fino all’altro ieri mi chiesi più volte come mai Nuoro non avesse pensato di dedicare una via, una piazza, un vicolo a un figlio che ha voluto e saputo rappresentare la sua terra in maniera poetica, da vero maestro.

Ci ha pensato, per fortuna,recentemente, la Rotary club che ha dimostrato di saper vedere oltre l’ orizzonte ,di non essere né miope, né sorda ai richiami dell’arte.

Oggi spero che le amministrazioni comunale e provinciale siano capaci di organizzare una serata per ricordarlo e per nominarlo – cosa che gli spetta come un diritto - cittadino illustre.

Perché cittadino illustre, Salvatore Pirisi, lo è stato davvero.

Certa del fatto che gli uomini grandi già in vita sono capaci di costruire la loro "permanenza terrena" , mi piace concludere – e sono certa che all’amico Salvatore Pirisi piacerebbe – con gli ultimi versi di una poesia che scrissi, dedicandogliela, alcuni giorni prima del suo addio terreno :

"La nera signora/inutilmente affilerà la falce/ e il suo testardo sostare sulla soglia /saprà di resa./Nel cuore di una terra che non ride/hai conquistato l’immortalità.".

Rosalba Satta Ceriale

 

Dipinto di Salvatore Pirisi