Riflessioni

 

 

Oggi, 24 marzo, verso le otto del mattino, a La7, il giornalista Enrico Vaime , nell’affrontare i nuovi nodi della nostra politica estera ( nodi venutisi a creare dopo la liberazione di Daniele Mastrogiacomo), fra le altre cose, ha affermato che noi Italiani, più e meglio di altri, abbiamo il pregio di impegnarci, costi-quel-che-costi, affinché i nostri connazionali sequestrati tornino in patria vivi…per poi crocifiggere il o i sopravvissuti appena l’aereo - che riporta a casa qualcuno che ha la sola "colpa" di essere scampato ad una sorte atroce - atterra…

Niente di più vero.

E niente di più incomprensibile.

Invece di gioire per aver fatto di tutto per evitare un ulteriore assassinio ; invece di sentirsi, come in questo caso, parte dell’abbraccio della famiglia del giornalista di Repubblica; invece di considerare che la liberazione dei cinque talebani è servita per salvare una vita e che, perciò, si è fatto ciò che si doveva fare…si spara letame da e in ogni direzione.

In situazioni simili, sempre, mi viene incontro e mi avvolge, e mi invita ad un’ulteriore riflessione, una considerazione di Moni Ovadia, posta in premessa al libro di Gino Strada "Pappagalli verdi". Bellissima, nella sua disarmante ovvietà.

" Chi salva una vita, salva l’intero universo e così progetta la salvezza di tutti noi.".

Chi salva una vita…progetta la salvezza di tutti noi. E’ perciò un merito, non una colpa aver fatto di tutto per salvare la vita di Daniele Mastrogiacomo.

Perché, allora, tanto accanimento ?

Perché tanta imbecillità ? tale e tanta da definire Gino Strada "il rappresentante dei Talebani"?

La risposta è semplicissima.

Fino a quando continueremo ad abitare i luoghi dove la solidarietà, la giustizia e il diritto saranno subordinati alla violenza , fino a quando avremo necessità del "nemico" che, di volta in volta, ci inventeremo, fino a quando non saremo capaci di dare ad ogni uomo la dignità della speranza e gli strumenti per realizzarla… cavalcheremo e attribuiremo legittimità a tutte le prepotenze della terra.

E lanciare letame , oltre che bombe, diventerà naturale, inevitabile.

Ed allora si che anche salvare una vita sarà una colpa.

Una cosa da non fare.

Un demerito.

 

 

Firmate l'appello per la liberazione di Rahmatullah Hanefi e Adjmal Nashkbandi cliccando qui.