Ciao Tonino ,

 

nella tua “Daemilu custu sole”, hai scritto:

 

 

Si fippo’istadu su sole

su  mare aia caentau.

Milli arcos de chelu

pro tene aia pintau

chin tottu sos colores

de frores de beranu…

 

Adesso  che sei “sole” potrai farlo… Potrai “scaldare il mare e dipingere mille arcobaleni con i colori della primavera”. 

Adesso potrai cantare direttamente a Dio i tuoi canti d’amore e di pace. E - mi par di vederLo! -, Babbu Mannu si commuoverà , e sorriderà per essere riuscito a donare agli uomini, per un tratto di strada, una persona davvero speciale.

Sei stato – per tanti di noi – un incontro felice, fortunato .Ogni tanto, per fortuna, accade… e le parole “amicizia”, “rispetto” , “condivisione”, “fratellanza” riacquistano senso e forza.

Con la tua ultima poesia-canzone  “Pro chi ti siat sa bida unu beranu”, dedicata agli amici più cari, ci hai lasciato in dono “canisteddas prenas de ispera”… E di speranza  hai riempito anche  l’ultimo periodo della tua vita…perché , mi scrivesti, “ sto combattendo forte perché non voglio arrendermi. Ma comunque voglia decidere il buon Dio , sono qui, pronto a tutto”.

Dio ha deciso. Ti ha voluto con sé… Ma ci ha lasciato, nella Sua generosità, i tuoi colori e la tua musica perché questo mondo  e il cuore di chi ti ha amato  ne hanno ancora necessità. Per questo non ti rivolgo l’ultimo saluto. Non avrebbe senso e, soprattutto, non voglio. Tu ci sei ancora. Sei ancora in mezzo a noi. E ci sarai. Sempre.

 

Rosalba

 

 

Da "La grande enciclopedia della Sardegna".

Volume "Aggiornamenti 2008" – marzo 2008

 

Puddu, Tonino. Musicista, cantante (n. a Nuoro sec.XX).

Ha diretto , per oltre 15 anni, il "Coro Ortobene".

Dal 1990 è direttore artistico dell’Accademia di tradizioni popolari "Su Nugoresu" di Nuoro, e fino al 2006 è stato direttore, dalla sua istituzione (nel 1997), del Coro Montanaru di Desulo.

Nel 1993 ottiene il riconoscimento di Maestro del Folklore.

Nel 2007 gli è stato assegnato il premio "Padre del Folklore" dalla Presidenza Nazionele della Fitp.

Autore del libro "Cantare la Sardegna", sulla vocalità e coralità del canto popolare sardo, con riferimento ai cori nuoresi, nel quale pubblica buona parte degli spartiti dei brani popolari e di sua produzione : fatto inedito in Sardegna, che darà il via al sorgere di numerosi cori polifonici di estrazione popolare in tutta l’isola.

Ha partecipato a numerosi festival internazionali in tutta Europa, in Cina , Egitto, Tunisia , India, Messico , Portorico, Venezuela, Ucraina, e Brasile. E’ ambasciatore della cultura e del canto sardi.

 

Il tuo volo


( A Tonino Puddu)



Il cielo
questa notte
ha l´ eco intenso
di antiche melodie
e il pianto - sommesso - delle stelle
racconta meraviglie.

Sa di sogno il tuo volo...

La luna
rapita dal tuo canto
osserva e tace.

Sa di incanto il tuo volo...

Ma il tuo sorriso buono
ed il tuo sguardo fiero
son qui...
con le speranze - intatte -
e i tuoi affreschi di note.
Son qui
appiccicati all´anima.


Sa d´azzurro il tuo volo...

Sei oltre e sei dovunque.
Sei... nel cuore.


(Rosalba)

 

Tonino Puddu

SU BOLU DE S'ASTORE


Ja est bennida s'ora......
Ma si podia bolare...
No fit bastada sa forza 'e su bentu;
Che un astore chi bolat in artu
Ch'aio sichiu in chelu
S'anzelu meu.


Il Falco del Gennargentu, arrivata l'ora, ha spiccato il suo ultimo volo,per raggiungere il suo angelo,esaudendo il desiderio che traspare nelle struggenti parole di una delle più belle melodie tra le tante uscite dalla penna e dalla voce del grande Tonino Puddu, prestigioso e cultore del canto polifonico popolare nuorese, stroncato da un destino crudele.
A definire il personaggio e ciò che egli ha rappresentato per la Barbagia e la Sardegna, per il monumentale contributo dato alla sua storia e alla sua cultura, si corre il rischio di essere retorici, cosi come non è semplice racchiudere in una definizione onnicomprensiva le molteplici attività in cui ha saputo trasfondere il suo talento.
Era dotato di eccezionali mezzi vocalici che aveva via via perfezionato attraverso un costante studio di canto e composizione nei Conservatori di Cagliari e Sassari,
ulteriormente affinati sotto la guida della grande soprano Maria Antonietta Chironi, fondatrice della Scuola Civica di Musica nuorese.
Un destino beffardo, sotto forma di malattia alle corde vocali, lo ha privato, pochi anni prima della morte, di questo straordinario dono di cui madre natura lo aveva dotato, costringendolo, con sua grande pena e amarezza, alla sola attività della composizione e della direzione musicale.

Autore di numerosi canti (circa 120, depositati in SIAE), attraverso i quali è possibile cogliere gli aspetti peculiari del suo animo e i motivi ispiratori della sua poesia: una grande delicatezza e sensibilità spirituale, una naturale predisposizione all'amicizia, intesa nel senso più nobile del termine, uno sconfinato amore per la sua terra e per i suoi valori più genuini.
Molti di questi canti, compreso il già citato "Su bolu 'e s'astore", sono diventati punto di riferimento per tantissimi cori sardi di ispirazione popolare.
Di grande spessore qualitativo risulta il contributo da Lui dato alla diffusione, conservazione e valorizzazione della polifonia popolare sarda, attraverso molteplici attività:approfondimenti critici sul tema, culminati nella stesura del libro "Cantare la Sardegna", uscito in tre edizioni differenti , sulla vocalità e coralità del canto popolare sardo, con particolare riferimento ai cori nuoresi; la partecipazione a numerosi convegni internazionali in qualità di  relatore sul tema della cultura e del canto popolare in Sardegna; la direzione dei Gruppi Folkloristici  "Ortobene", "Su Nugoresu", di Nuoro e del coro "Montanaru" di Desulo, di questi ultimi due è stato anche fondatore.
Dei numerosissimi giovani che hanno avuto la fortuna di cantare sotto la sua direzione, è statoimpareggiabile maestro, di canto e di vita.


Sarebbe troppo lungo fare una rassegna, ancorché per sommi capi, delle tappe fondamentali della sua prestigiosa carriera, nonché dei numerosi e importanti riconoscimenti tributatigli; tra i tanti non si può però non ricordare quello assegnatogli nel 2007 dalla Presidenza Nazionale della FITP "Padre del Folklore",primo personaggio della Sardegna ad essere insignito di questo prestigiosopremio, con una motivazione chene mette in risalto il ruolo e lo spessore "Riconoscendo nella tua persona tutti i requisiti per i quali il premio è stato istituito, grazie al lavoro e all'impegno che, in tanti anni di militanza nel mondo della cultura e delle tradizioni popolari della Sardegna, ti hanno visto protagonista a livello artistico, culturale, promozionale sia in Sardegna che in campo internazionale". Cosi come, tra gli innumerevoli scenari che su scala regionale, nazionale e internazionale lo hanno visto applaudito protagonista  assieme ai suoi cori, non si può non mettere in risalto le inebrianti esibizioni tenute in diverse occasioni allapresenza del Santo Padre Giovanni Paolo II, nella Basilica di San Pietro e nell'aula Nervi, dove ha cantato da tenore solista nella corale polifonica nuorese "Nicolao Praglia", di cui è stato vice direttore.

Tonino Puddu è stato un uomo in ciò che questa parola ha di più alto e nobile, l'espressione più fiera della sardità, un uomo all'antica proiettato nel futuro, dal momento che, attraverso le sue poesie e la sua musica, ha saputo parlare al cuore degli uomini, trasmettere emozioni e lanciare l'eterno messaggio della pace, dell'amore, dell'amicizia.

La Sardegna intera, nell'unanime rimpianto per la sua prematura scomparsa, lo ricorda con commossagratitudine per quanto di imperituro ha saputo costruire per la sua amata terra.

 


Roberto Deriu

Presidente Provincia di Nuoro

 

 

 

 

Il mondo della musica in lutto.

L’ultimo canto di Tonino Puddu

E’ morto il direttore del Coro Su Nigoresu, maestro del folklore isolano

di

Luciano Piras

NUORO. "Che un’ astore chi bolat in artu"…

Così anche lui, che quelle parole cantava, stavolta ha messo le ali.

Ha messo le ali per volare in alto, come un astore, libero e fiero, per salire lassù dove ogni passo è leggero, senza più alcun dolore che ti tormenta le viscere, che ti rode il corpo sino a consumarti, mentre testardo continui a sorridere alla vita e a chi ti sta attorno.

Ma non di sola anima è fatto l’uomo e alla fine pure Tonino Puddu, il cantore dei Sardi, un cuore grande così, ha dovuto mollare , ha dovuto lasciare per sempre questo mondo di terra , acqua e fuoco .

Ha lottato parecchio , in questi ultimi anni , contro il male oscuro che lo ha aggredito a più riprese ; ha cercato di aggrapparsi a ogni piccola speranza pur di vivere e vivere ancora.

Martedì sera, invece , non ce l’ha fatta più .

E’ morto nella sua casa di Seuna, quando il campanile delle Grazie, segnava le 20,30, davanti a Marisa, ai suoi più cari affetti, dopo una lunga e interminabile settimana di battaglia contro il vento .

Tra un mese avrebbe compiuto 57 anni, il maestro Tonino Puddu.

Maestro perché era scritto nelle stelle che la sua fosse una vita di melodie : nascere il 22 novembre, il giorno di Santa Cecilia, era un segno. Evidente .

E lui, il giorno del suo compleanno, ci scherzava sopra, come un eterno ragazzino . Ecco come spiegava la passione innata per il canto, quello popolare soprattutto. Non a caso è sempre stata la musica la sua linfa , l’amante perfetta che non lo ha mai e poi mai lasciato un solo attimo .

Anche con il peso della malattia sulle spalle, ha continuato a dirigere gli amici stimati del Coro Su Nugoresu, amici che gli sono stati vicini fino all’ultimo respiro. Quello che ieri mattina hanno subito listato a lutto il sito internet del gruppo.

Da oltre quattro decenni totalmente immerso nel mondo della musica, Tonino Puddi aveva studiato canto con Antonietta Chironi e composizione con i maestri Gordini e Doro. Ha cantato da tenore nella corale polifonica "Nicolao Praglia" , di cui era vicedirettore fino a ieri . Per quindici anni ha diretto il Coro Ortobene. Dal 1990 era direttore artistico dell’Accademia di tradizioni popolari "Su Nugoresu". Nel 1997 ha fondato il Coro Montanaru di Desulo, che ha anche diretto fino al 2006. Meastro del Folklore, nel 1993, autore del libro "Cantare la Sardegna" (Edizioni Della Torre), Premio Sardegna nel 1999, e ancora Padre del Folklore nel 2007.

Instancabile girogavo, ha cantato in tutta Europa, in Cina , Egitto , India , Messico , Portorico, Tunisia , Ucraina , Brasile .

Ha viaggiato fino a ieri, fino a quando "l’ambasciatore della cultura e del canto sardo" non ha deciso che era giunta l’ora di spiccare il volo. "Volerai…volerai…tu volerai…" gli hanno cantato gli Istentales, intimi fidati nella tormenta del dolore come pure nella foga delle gioie più grandi .

"Racconterai che tutto questo non è stato invano – poesia , parole di Gigi Sanna – sorriderai coninuando /a tenerci per mano".

Tonino lo farà ancora , anche stamane , per il suo funerale, nella Chiesa di Nostra Signora delle Grazie, alle 10.

"E quando avrai del tempo, se vorrai -risuana la musica che gli Istentales hanno dedicato a lui –ricordati di darci altre emozioni / il gusto di sentire un’altra volta/ la tua voce…le tue canzoni".

(Da "La Nuova Sardegna" del 23 ottobre 2008)

 

 

 

Lutto a Nuoro

 

Tonino Puddu, l’ultimo canto

Con la scomparsa del Maestro del Folklore Tonino Puddu il mondo della cultura sarda perde non solo una delle sue voci più limpide e suggestive ma un intellettuale di alto profilo, per quanto schivo e riservato, e un tenace studioso della coralità polifonica . Tonino Puddu è morto ieri, a 57 anni, sconfitto da un male contro il quale aveva lottato coraggiosamente negli ultimi anni ; un male che, quasi come un destino perverso, lo aveva colpito alle corde vocali impedendogli di esercitare la sua passione principale.

Il sindaco Mario Zidda ha inviato un telegramma ai familiari esprimendo , a nome della cittadinanza, " i sentimenti di vicinanza e di profonda tristezza".

Il Presidente della Provincia , Roberto Deriu , ha scritto un commosso ricordo che nell’epigrafe riporta le parole della canzone più famosa scritta da Tonino Puddu : "Su bolu ’e s’astore".

Tonino Puddu da oltre un anno partecipava attivamente, pur con i disagi che gli creava la malattia, ad un forum insieme agli ex compagni di scuola del Liceo Giorgio Asproni di Nuoro sparsi in Sardegna e nella penisola.

Ha esercitato la passione per la musica polifonica in oltre 40 anni di attività.

Ha cantato da tenore nella corale Nicolao Praglia, di cui era vicedirettore.

Ha diretto per 15 anni il coro Ortobene e quindi , dal 1990 è stato direttore de "Su Nugoresu". Fino a due anni fa è stato direttore del Coro Montanaru di Desulo.

(Da "L’Unione Sarda" del 23 ottobre 2008)

 

Ciao Tonino,

quanta strada, quante soddisfazioni e quanti traguardi raggiunti in tua compagnia.

Sei sempre stato un maestro di vita ed un punto di riferimento per tutti noi.

Oggi che piangiamo tutti con grande dolore la tua prematura scomparsa, troviamo però grande consolazione ed orgoglio per quello che sei stato ma, soprattutto , per la grande eredità umana ed artistica che ci hai lasciato. Sarai sem,pre con noi, nei nostri pensieri e nei nostri cuori.

Postato da Admin il 21-10-2008

(dal sito del "Coro Ortobene")

 

Per Tonino

Oggi la mia Nugoro amada ha perso un figlio; la sua voce ne ha cantato le bellezze, il suo portamento ne ha mostrato la fierezza.

Ci mancheranno i colori del suo incedere quando, col sorriso, distribuiva le emozioni delle note.

Arrivederci Tonino!

Graziella

 

 

 

"Sardegna nel cuore" ricorda il Maestro del folklore Tonino Puddu

 

Domenica 26 ottobre , dalle 11 alle 14 , via Internet, è andata in onda - come ogni domenica da ben undici anni – "Sardegna nel cuore" . Teresa Fantasia , sarda di Pattada trapiantata in Argentina da circa sessant’anni - ideatrice e presentatrice del programma – ha voluto , con un sentito e affettuoso omaggio, ricordare la figura umana e artistica del Maestro del Folklore Tonino Puddu.

Man mano che la trasmissione procedeva, tra i canti del Coro Su Nugoresu e la lettura di testimonianze e articoli - pubblicati si internet e in vari quotidiani - in ricordo dell’artista, veniva gradualmente fuori, rafforzandosi e ingigantendosi, la consapevolezza che il potere delle bella musica è enorme.

"Risulta quasi impossibile – ha sottolineato Teresa Fantasia - , anche nei momenti di maggiore difficoltà emozionale e sociale, impedire l’ingresso, nella nostra anima, della forza lubrificante della poesia che si sposa con la musica. Tonino Puddu, per oltre quarant’anni, ha compiuto il miracolo di rivestire la sua-nostra terra ed il suo-nostro cielo di cose belle, terse, profondamente vere. Ha contribuito in maniera significativa ad ampliare l’orizzonte dell’arte e, sono certa, la Sardegna intera terrà desto sempre il ricordo di questo figlio prediletto, affinché anche i giovani, di oggi e di domani, comprendano come si possa vivere intensamente e morire…senza morire mai. Noi, nel nostro piccolo, continueremo a trasmettere la sua musica e il suo canto . Lo consideriamo, oltre che un piacere, un dovere nei confronti della cultura e dell’arte.".

Teresa Fantasia ha, poi, letto il commovente ricordo del Presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu che, fra le altre cose, ha scritto:

"A definire il personaggio e ciò che egli ha rappresentato per la Barbagia e la Sardegna, per il monumentale contributo dato alla sua storia e alla sua cultura, si corre il rischio di essere retorici, cosi come non è semplice racchiudere in una definizione onnicomprensiva le molteplici attività in cui ha saputo trasfondere il suo talento". "Tonino Puddu è stato un uomo in ciò che questa parola ha di più alto e nobile, l'espressione più fiera della sardità, un uomo all'antica proiettato nel futuro, dal momento che, attraverso le sue poesie e la sua musica, ha saputo parlare al cuore degli uomini, trasmettere emozioni e lanciare l'eterno messaggio della pace, dell'amore, dell'amicizia.La Sardegna intera, nell'unanime rimpianto per la sua prematura scomparsa, lo ricorda con commossa gratitudine per quanto di imperituro ha saputo costruire per la sua amata terra".

Tra le varie testimonianze , Teresa Fantasia ha letto anche il messaggio speditole da Giuliano Marongiu :

"Tonino è stato uno degli amici che più assiduamente ho incontrato in televisione e negli spettacoli. Credeva tanto nella cultura e nella forza della nostra lingua. E' stato ispiratore, con il suo libro "Cantare la Sardegna" e con il suo talento, di tanti Cori polifonici che sul suo esempio sono nati in Sardegna e che gli sono riconoscenti".

Il potere di Internet è evidente : consente non solo il "contatto" anche visivo con persone care che vivono spesso oltreoceano , ma favorisce un’informazione immediata che altrimenti non sarebbe possibile. E’ dalla terra argentina, è grazie a Teresa Fantasia che tanti di noi - residenti in Sardegna e non solo -, sono venuti a conoscenza del fatto che "Sardegna uno" avrebbe dedicato una trasmissione in ricordo di Tonino Puddu.

Non solo. Grazie ad Internet è stato possibile far giungere, ai tanti Sardi sparsi nel mondo, le parole, tenere e toccanti del giornalista Luciano Piras che, ricordando Tonino Puddu ne "La Nuova Sardegna", fra le altre cose , ha scritto:

"Che un’ astore chi bolat in artu"…Così anche lui, che quelle parole cantava, stavolta ha messo le ali. Ha messo le ali per volare in alto, come un astore, libero e fiero, per salire lassù dove ogni passo è leggero, senza più alcun dolore che ti tormenta le viscere, che ti rode il corpo sino a consumarti, mentre testardo continui a sorridere alla vita e a chi ti sta attorno. Ma non di sola anima è fatto l’uomo e alla fine pure Tonino Puddu, il cantore dei Sardi, un cuore grande così, ha dovuto mollare , ha dovuto lasciare per sempre questo mondo di terra , acqua e fuoco . Ha lottato parecchio , in questi ultimi anni , contro il male oscuro che lo ha aggredito a più riprese ; ha cercato di aggrapparsi a ogni piccola speranza pur di vivere e vivere ancora. Martedì sera, invece , non ce l’ha fatta più . Tra un mese avrebbe compiuto 57 anni, il maestro Tonino Puddu. Maestro perché era scritto nelle stelle che la sua fosse una vita di melodie : nascere il 22 novembre, il giorno di Santa Cecilia, era un segno. Evidente . E lui, il giorno del suo compleanno, ci scherzava sopra, come un eterno ragazzino . Ecco come spiegava la passione innata per il canto, quello popolare soprattutto. Non a caso è sempre stata la musica la sua linfa , l’amante perfetta che non lo ha mai e poi mai lasciato un solo attimo" .

Tra i vari brani trasmessi in "Sardegna nel cuore" uno, in particolare, ha toccato le corde di tanti ascoltatori : la versione di "Non potho reposare" cantata da Tonino Puddu e Pierangelo Bertoli. Non solo per la bellezza intensa del canto e della melodia , non solo per il ricordo della loro amicizia fatta di stima reciproca e affetto, ma anche perché è risultato spontaneo ed immediato pensare al fatto che entrambi , colpiti dallo stesso male, hanno dovuto prematuramente abbandonarci per percorrere nuovi sentieri dove - ci piace pensare – sono la musica e la poesia a dare fiato al vento e luce alle stelle.

Rosalba Satta

 

 

Ammentos, "Su bolu ’e s’astore"

serata in onore di Tonino Puddu

 

Nuoro. "Su bolu ’e s’astore". E’ il titolo dello speciale "Ammentos" che andrà in onda questa sera su "Sardegna uno", a partire dalle 21. Una serata d’onore in ricordo di Tonino Puddu, il maestro cantore scomparso nei giorni scorsi .

Curata da Giuliano Marongiu (regia: Marco Di Stefano), la trasmissione sarà l’occasione per rivedere filmati, esibizioni e interviste tratte dalle numerose apparizioni televisive di Tonino Puddu, in qualità di interprete e direttore dei cori Su Nugoresu di Nuoro e Montanaru di Desulo.

Immagini che raccontano gli incontri con altri artisti, quali Pierangelo Bertoli, il Duo Puggioni, gli Istentales.

Lo speciale include anche l’ultima esibizione di Tonino Puddu, con la direzione del Coro Su Nugoresu durante la Messa ne L’Ortobene, il 29 agosto scorso, in occasione della 108 Sagra del Redentore.

Gli Istentales , poi, proporranno "Volerai", la canzone dedicata al maestro e contenuta nell’ultimo cd del gruppo nuorese.

"Il mondo dello spettacolo e delle tradizioni popolari agevola gli incontri e qualche volta consolida , nel tempo, amicizie – sottolinea Giuliano Marongiu, ricordando l’autore di "Su bole ’e s’astore"- . Non conoscevo ancora Tonino Puddu, quando presi in prestito da un suo libro il titolo "Cantare la Sardegna", per dare vita ad uno dei miei spettacoli, prima ancora di approdare in televisione : quando glielo comunicai, ne fu felice. Sempre disponibile, sempre generoso. Ci siamo incontrati molto spesso, nelle piazze e negli studi televisivi, nei contesti che amava : tra la gente.

Una mattina, un’amica comune di Desulo – continua Marongiu - mi disse che aveva subito un intervento alle corde vocali : non riuscivo ad immaginare il dolore , per un cantante , per una delle voci più belle , di fronte ad una prova così grande . Gli scrissi e lui mi rispose così :

" E’ dura avere la vita stravolta . Non credevo di meritarmi questo, ma sto cercando di reagire : ci sono ancora tante cose che posso fare pur senza cantare . Ti ringrazio. Tonino"

Conservo ancora quelle parole e la data : 28 ottobre 2005.

Sermbra incredibile, ma proprio il 28 ottobre, mi ritrovo a curare uno speciale per la sua scomparsa.

(l.p.)

(Da "La Nuova Sardegna" del 28 ottobre 2008)

 

 

PREMIO NOSTRA SIGNORA DELLE GRAZIE

ALLA MEMORIA DI TONINO PUDDU

 

Quest’anno la Comunità delle Grazie riprende la tradizione, interrotta da alcuni anni, di consegnare il Premio N.S. delle Grazie. Durante il solenne pontificale, venerdì 21 novembre, Festa di Nostra Signora delle Grazie, il Vescovo Pietro Meloni consegnerà il Premio 2008 ai genitori di Tonino Puddu, scomparso proprio un mese fa.

Tonino Puddu è stato per la comunità delle Grazie e per la città di Nuoro una figura esemplare. Dotato di una voce straordinaria , fin da fanciullo , a contribuito a rendere belle e solenni le celebrazioni liturgiche. Con ininterrotta costanza ha operato nel Coro del Santuario, intitolato Nicolao Praglia, religioso degli Oblati di San Giuseppe.

Con la stessa dedizione ha messo a disposizione del vari gruppi corali i suoi rari talenti, nonché i risultati della ricerca sulla tradizione corale sarda.

Con modestia , competenza e passione ha diffuso l’amore per la musica e per la bellezza del canto sardo, facendo breccia nel cuore di molti, anche oltre i confini dell’isola e della nazione.

Uomo di mitezza evangelica ha affrontato la malattia senza un lamento , lottando con composta dignità contro il nemico implacabile con fiducioso abbandono a Dio e alla Vergine Santa tanto amata e onorata .

Tonino lascia una testimonianza di vita che la Comunità delle Grazie è orgogliosa di custodire.

Tratteggeremo la sua figura nel prossimo numero del giornale

 

(da "L’Ortobene" del 23 novembre 2008)

 

 

La morte di un uomo genera sempre sconforto, amarezza, rimpianti, dolori emozioni intense e profonde in coloro che lo hanno conosciuto, amato, stimato. E' tutto un universo che scompare, che precipita nel nulla del nulla, cancellato dalla tetra morte. Un universo di pensieri, di affetti, di sogni, di speranze. Ed è proprio quello che è avvenuto con la scomparsa dell' "amico di tutti " Antonio Puddu, persona solare e splendida. Certamente gli elogi e le lodi post mortem sono poca cosa di fronte al ricordo stesso che si fa memoria e che alimenta il cuore e la mente degli umani viventi: parenti, amici, conoscenti.

Ho incontrato una sola volta Antonio. Non ho avuto il piacere di ascoltare la sua melodiosa voce, l'aveva già persa. Sono certo l'ha già riconquistata nei cieli eterni. Ho il rammarico, certo, di non aver navigato sulle eteree note della sua melliflua voce, ma conservo, indelebile, la sua immagine, sofferta e triste, ma serena. Come Presidente, in questo momento, mi sento appagato di avergli assegnato, lo scorso anno, forse l'ultimo dei tanti premi e attestati che la sua breve visita gli ha riservato: " Padre del Folklore".

Voce indimenticabile del suo, gruppo folklorico, figlio, anima e cuore pulsante della sua materna terra di Sardegna. Nel suo stesso nome Antonio (nomen est omen) vi era lo stigma del suo esistere: Anthos, fiore (Platone). Un fiore ed una voce meravigliosa del suo gruppo, dei suoi Padri, delle sue Pietre, della sua incantevole Isola. La memoria vince la sua sfida contro il tempo e l'oblio e queste righe vogliono essere la testimonianza che Tonino resterà sempre nel nostro cuore.

Grazie Antonio per quello che hai dato al folklore della tua terra e dei tuoi Padri. Il tuo nome non perirà mai sulla bocca dei tuoi figli e dei figli dei tuoi figli.

                            "Ti sia lieve la terra che ti ricopre" (Euripide).

Il tuo canto, Tonino, non morrà e negli spazi infiniti ed eterei, allieterà gli angelici cori dinanzi al Padre della luce, della verità, dell'eternità.

BENITO  RIPOLI

(Presidente nazionale FITP Federazione Italiana Tradizioni Popolari).
 

 

 

Giornata in memoria del maestro Puddu

 

di

Giovanni Melis

 

Desulo. Poco più di un mese fa , il maestro dei cori polifonici ha salutato il mondo terreno, lasciando un imponente testamento di canzoni, musiche ed un esempio di vita. Oggi tutta Desulo ricorderà queste gesta in una giornata che il Coro Montanaru ha voluto dedicare alla memoria di Tonino Puddu .

In dieci anni Tonino Puddu è stato maestro, , amico, educatore e tanto altro per i venti coristi.

"Che un’astore cherias bolare – recita non a caso una poesia di Gianfranco Cadeddu, aritzese d’origine , nuorese d’adozione, collega di lavoro di Tonino Puddu – a biere dae s’altu su mundu / cun su cantare tou giocundu/ anca ses, tue segud’a cantare/ de sa Sardigna sichi a presentare/ su folklore beru e profundu. /Collega bonu e rispettosu / appas in chelu s’eternu riposu".

La giornata si aprirà con la messa in memoria a cui parteciperà il Coro Su Nugoresu e i parenti del maestro. Ci sarà anche Marisa Obinu, amica discreta di Tonino che ha sempre seguito il coro desulese. Tanto che era considerata come una sorta di manager-segretario del sodalizio e partecipava ad ogni iniziativa , seguendo il coro anche nelle lunghe trasferte ed in turnee, assieme all’inseparabile Kety Sionis.

"Questo momento – dice il professor Stefano Corda - vuole essere un ricordo del nostro maestro, ma anche una testimonianza della sua eredità.

Gli dobbiamo molto per il grande esempio che ci ha dato , sia come coristi che come cittadini .".

Secondo Bastiano Peddio "Tonino era prima di tutto un amico fraterno , che aveva il consiglio giusto in ogni situazione . E’ riuscito con una dedizione senza pari a farci cantare, ha limato errori e limiti creando in noi stessi non solo la voglia di cantare ma anche l’unità e lo spirito di gruppo .".

Ora il Coro Montanaru va avanti con Simone Dionigi Pala , di Nuoro , che ha il pesante fardello di continuare l’opera del maestro. "Cerchiamo – dice – di proseguire un lavoro di grande importanza , con l’umiltà di dover imparare molto , ma anche con la convinzione nei mezzi del coro e la voglia di far fruttificare i semi del lavoro di Tonino Puddu . Solo così ci potremo dir degni della sua memoria e onoreremo quanto ha fatto per noi.".

La sera ci sarà un breve incontro nella sede del coro.

(Da "La Nuova Sardegna" del 29 novembre 2008)

 

 

Tonino Puddu

di

G.B. Nieddu

Spiegava prima di cantare. Sia ai Sardi che ai turisti se si trovava in località e davanti ad un pubblico che non conosceva le particolarità della musica, della poesia, della storia della Sardegna. Perché anche il canto più bello, la melodia più incantevole non sempre bastano a trasmettere un messaggio. Questo lo sapeva bene il maestro Tonino Puddu che ricordo sempre gentile e con un atteggiamento positivo da pedagogista, sempre pronto a spiegare più che a rappresentare simboli (sardità) di cui non aveva bisogno. Se ne è andato a 57 anni ma ne dimostrava molti di meno per il suo spirito giovanile che non incrinava la sua serietà , rigore e professionalità. Tanto da aver diretto i cori più importanti dela Sardegna : direttore dell’Accademia Tradizioni Popolari Su Nugoresu . Inoltre dalla sua istituzione nel 1997 e fino al 2006, è stato direttore del Coro Montanaru di Desulo. Maestro barbaricino e uomo di montagna : del Gennargentu.

"Canta , non timas, caru amicu caru, ca juches cosas bellas in su coro". E’ solo uno dei tanti messaggi che nella rete, nel Blog , nei siti sono stati dedicati al maestro che ha innovato e conservato (la memoria storica) quel grande arcipelago che è la musica e il folklore della nostra isola.

Attento alla tradizione ma aperto alle contaminazioni o più semplicemente alle collaborazioni . Per esempio con il cantautore Pierangelo Bertoli con cui cantarono brani storici della tradizione sarda . "Non potho reposare", uno su tutti. Un concerto nel 2002 , nell’anfiteatro di Nuoro, a cui parteciparono anche gli Istentales e che dimostra la volontà di rendere popolare la musica tradizionale. Non nicchia culturale ma strumento espressivo per raggiungere più persone possibili. Questa la filosofia di Tonino Puddu, maestro del Gennargentu.

( Da "Sonos e contos", numero 18, novembre 2008)

 

 

 

Tonino Puddu

 

Maestro di folklore e devoto della Madonna delle Grazie

 

Tonino è nato e cresciuto all’ombra di questo Santuario , non solo fisicamente (la sua casa è a pochi passi da qui) , ma soprattutto spiritualmente , perché qui si è formato e qui ha scandito le tappe della singolare avventura esistenziale , profondendo in continuità il suo eccezionale impegno umano e sociale.

La "Schola cantorum" è stata il suo ininterrotto riferimento fin da ragazzo .

Da quando aveva ancora la voce bianca e cantava da soprano .

Dopo l’adolescenza la sua voce tenorile fiorì come un miracolo: come fosse nata adulta e già formata; ed erano pochi a poterne vantare una più potente , e insieme morbida, flessibile e ricca di colori.

Qualsiasi Conservatorio sarebbe stato onorato di poter annoverare Tonino tra i suoi allievi . La Corale del Santuario nel tempo è diventata anche la sua, perché vi ha ricoperto l’impegno di maestro al mio fianco durante i lunghi anni di attività.

Una vita intera , dunque, nel Santuario della Madonna delle Grazie.

Una innata vocazione per la musica lo spinse a curare oltre la classica sacra , che caratterizzava il nostro repertorio liturgico , anche quella legata alla tradizione.

Sul fronte dei repertori tradizionali non è stato secondo a nessuno .

I Cori da lui fondati , curati e diretti (prima "L’Ortobene" e poi "Su Nugoresu" – diretto fino a questa estate – e altri ancora in provincia ) sono tuttora esemplari per interpretazione e rigore .

Gli innumerevoli testi da lui elaborati o composti , pur affacciandosi sapientemente alla modernità , non tradiscono mai il rispetto dei canoni a noi tramandati dai tempi di confine della nostra storia culturale . Sono di oggi , ma restituiscono suoni misteriosi che evocano tempi antichi.

Alcuni di questi brani , lo sappiamo bene , hanno volato in alto come il falco , molto in alto; e sono andati lontano , oltre i confini dell’isola. Il riconoscimento di Padre del Folklore , di cui fu insignito l’anno scorso, una volta tanto ha colto veramente nel segno . Tonino lo meritava tutto , perché la sua musica e le sue interpretazioni sono sempre andate diritto nel cuore profondo della nostra gente, richiamando sentimenti di umanità e suoni ancestrali , risvegliando dagli abissi del tempo atmosfere lontane che sembravano sepolte per sempre nel nostro inconscio .

Mai dimenticheremo i decenni trascorsi insieme nella Schola.

Amicizia fraterna e disponibilità , senza sosta , neppure quando la sua voce, messa a dura prova , in seguito ai suoi innumerevoli impegni e alla sua dedizione senza risparmio per l’educazione coristica , ebbe le prime incrinature.

Qui in questa Chiesa ha dato il meglio delle sue capacità durante le liturgie.

Alle feste, ai concerti , alle Messe , alla Solennità delle Grazie .

Arrivava in anticipo , preparava le voci con gli esercizi preliminari di vocalizzo , in modo che fossero pronte per l’esecuzione . Ha continuato a frequentare il Coro , anche dopo la malattia .

Fino ai primi di luglio . Ascoltava le prove, dava ancora qualche consiglio ai reparti . Ci voleva aiutare come ha sempre fatto con lo stesso amore .

E’ stato con noi alle ultime due esibizioni di giugno e luglio . In quella di giugno nella vecchia chiesa delle Grazie , abbiamo cantato , dedicandogliela , una delle sue ultime composizioni , l’Ave Maria , affidando la sua lotta coraggiosa alla Madonna che ha tanto onorato con la voce e con la sua devozione filiale . A Lei noi l’avevamo affidato , invocando una grazia , la più grande per noi , ma forse per il Cielo non la più importante .

Oggi cantiamo gemendo .

Tonino ha combattuto il nemico che lo divorava come un leone, fino alla fine, perché amava la vita ; ma non è caduto in disperazione perché conosceva il significato da dare alla morte . Era credente . Uomo forte e vero .

Ha vissuto dando un senso profondo e alto alla propria esistenza fino a farne un piccolo capolavoro di serietà. Ha saputo vivere e ha saputo morire ; da testimone della propria morte… abbandonando progressivamente e consapevolmente tutto ciò che gli aveva riempito i sensi da un punto di vista mondano .

Un esempio netto , e arduo , per noi che restiamo .

Nell’ultimo periodo ha toccato con mano l’inconsistenza delle cose di questo mondo. Vanità della vanità .

Ora ha capito certamente il senso profondo della propria e nostra insoddisfazione esistenziale . Quel desiderio mai appagato di bellezza , di verità e di felicità . Inquietur cor nostrum: agitato , inquieto il nostro cuore , finché non riposi nel Signore .

Ora beve di quell’acqua che disseta veramente la nostra arsura .

Certo, non c’è parola che possa confortare la famiglia .

Una mamma che porta alla tomba il proprio figlio è abitata da una tristezza senza confini.

E non c’è ragione o filosofia che possa spiegare il senso di tale sofferenza innocente. Nessuno potrà mai dare ragione umana dello scacco di Tonino , colpito dal nemico implacabile proprio agli organi sui quali maggiormente aveva investito per costruire la sua eccezionale personalità.

Non ci sono parole adeguate a lenire lo strazio .

Restano domande e solo domande .

Per noi credenti , tragicamente emblematica , si staglia davanti agli occhi la Mater Dolorosa che accoglie tra le braccia il Figlio deposto dalla Croce .

L’atroce sofferenza della Madre di tutte le madri.

E lo scandalo della sofferenza di Dio stesso . Incommensurabile anche rispetto alle nostre laceranti sofferenze estreme .

Questo scandalo, per noi l’unica risposta . Cristo che muore e lascia una tomba vuota del suo corpo , e insieme stracolma di speranza . Ma non è una testimonianza, non un discorso o un ragionamento . Dentro quella testimonianza , e soltanto dentro quella , forse è possibile asciugare qualche lacrima e ricomprendere il dolore degli innocenti , quello di Tonino , della sua famiglia e quello di tutti gli afflitti della valle di lacrime. Non teoremi . Ma invocazione e preghiera . Solo questo nei giorni della desolazione può aprire squarci di speranza per un addio non definitivo.

Per noi la speranza di poter cantare ancora insieme, ma dentro una liturgia sublime, nel coro degli angeli, in una luce senza ombre e in una gioia senza turbamento . Questo , Tonino , caro amico, caro fratello, questo sia il nostro addio .

Ugo Collu

(DA "l’Ortobene" del 30 novembre 2008)

 

Personaggi

Ritratto di Tonino Puddu

di

Michele Pintore

 

"Che un’astore chi bolat in artu" , inizia così l’avventura musicale di Tonino Puddu negli anni Sessanta, in quel di Seuna, l’antico rione del centro storico arroccato intorno al vecchio Santuario di Nostra Signora delle Grazie, cuore pulsante di fede e tradizione della vecchia Nuoro.

Come per tanti "pizzinnos de bichinau" ( ragazzi del vicinato), anche per il piccolo Tonino il punto di riferimentoè lì accanto, a pochi passi dalla sua abitazione di Via del Pozzo : il "mitico" Oratorio delle Grazie, scuola e palestra per tanti ragazzi nuoresi, creato dal nulla con spirito pionieristico dagli intraprendenti Padri Giuseppini di Asti giunti a Nuoro negli anni quaranta .

Quel vecchio pallone rattoppato alla meglio , qualche sgangherato biliardino fatto con manici di scopa, un giornaletto stampato in ciclostile ("Sa crialla") dal grande Padre Mario Andreazza ( grande in tutti i sensi) e tanta, tanta musica nel teatrino parrocchiale e nel coretto della chiesa, bastano ai buoni Padri Giuseppini per "catturare" e tenere buoni i vivacissimi ragazzi di Seuna.

Il cortile del nuovo Oratorio, per il giovanissimo Tonino, come per tanti dei suoi coetanei, è un grande "nido" ; un centro di aggregazione che diventerà una fucina per formare i giovani, soprattutto nel campo dello sport e della musica.

Tonino dimostra da subito predisposizione per il canto e per la musica nel coro parrocchiale . Nel nido, le prime imbeccate musicali le riceve da Padre Attilio, Padre Tebaldo , Padre Estienne e, in seguito , da Padre Fiorenzo, un vero musicista, che insieme al suo successore , prof. Ugo Collu, saranno fondamentali per la sua formazione musicale .

Arrivano presto gli anni Sessanta ; sono gli anni caldi delle contestazioni giovanili, ma anche della grinta e dell’impegno . La Nuoro di allora è tutta un fermento, attraversata dalla sferzata del rinnovamento che ormai coinvolge tutta l’Italia.

E’ anche tempo di rinnovamento nel campo musicale .

In città , le piccole formazioni musicali, i cosiddetti "complessini", spuntano un po’ dovunque come i funghi . Nascono così "I cuori solitari", gli "Altofragile", "Franco e il suo gruppo", "I Cast 36", "I Granchi", gli "Sherman", i "Formula uno", i "P 67" e gli "H 2SO4". E’ quest’ultimo complessino, che vede all’opera il giovanissimo Tonino alla tastiera e come cantante ( con i suoi compagni di avventura : Salvatore Chironi, voce solista , Gonario Nieddu, batteria , Virgilio Soddu, basso , Lorenzo Murgia, chitarra e Ignazio Corrias, chitarra ) entrare a far parte della corrente musicale del momento .

Il fragore della musica rock, che coinvolge anche il microcosmo musicale dell’Oratorio, non trova comunque spiazzati i dinamici Padri Giusepini che, fedeli agli insegnamenti del loro fondatore, mons. Giuseppe Mrello circa l’educazione giovanile, sono tra i primi in Sardegna a introdurre in chiesa le cosidette messe "beat". A quell’avventura dei complessini ( così amava definirla Tonino) che vide il suo periodo d’oro soprattutto tra gli anni 1968 e 1969, Tonino resterà nostalgicamente legato . Era un legame affettivo quello di Tonino, come quello di molti ragazzi di allora, uniti quasi come da un unico cordone ombelicale con quelle comuni origini musicali . Un legame sempre vivo , mai sopito che , in seguito , nel 1988, porterà quei ragazzi di allora ( qualcuno con qualche capello grigio e con qualche accenno di calvizie in quella che un tempo era la folta chioma di un "capellone"; ma sempre inossidabili) a ritrovarsi una sera per suonare tutti insieme, come ai vecchi tempi, in un ravival in occasione di un concerto per beneficenza ; ospite gradito Piero Salis, l’ex ragazzo che cantava all’Oratorio, e che ritornava dopo tanti anni con il nome d’arte Piero Marras, oramai affermato cantautore.

Così Tonino ricordava quella indimenticabile serata :

"Per circa tre ore i nuoresi "d’epoca" e non , hanno respirato l’atmosfera, le sensazioni e le emozioni di vent’anni prima. La manifestazione, nata quasi in sordina a scopo di beneficenza - per andar incontro alle crescenti esigenze dell’Oratorio "Le Grazie" di fornire ai suoi ragazzi un nuovo spazio sportivo polifunzionale-, è andata via via assumendo un’importanza eccezionale per la portata dell’avvenimento, che era quello di riunire, in una sola volta , tutti i gruppi - i cosidetti complessini - , che operavano a Nuoro appunto negli anni Sessanta e poco oltre".

Quel rivitalizzante nostalgico tuffo nel passato in quella memorabile serata del 1988, così continuava nei ricordi di Tonino:

"…lunghi e scroscianti applausi per ringraziare tutti, e si parte con la musica . Introducono gli Altofragile, di nuovissima formazione; stesso discorso per "Franco e il suo guppo" che tornano un po’ indietro nella scelta dei brani e arrivano a "Tutti i frutti" di Little Richard.

I due gruppi fungono davvero da degna introduzione ai complessi "D.O.C." che cominciano con la prima formazione del Cast 36, ed ecco che con le melodie e i ritmi dell’Equipe 84, come "Ho in mente te", tutti si tuffano nei ricordi : capelli lunghi, hippies , localini adibiti a club per the danzanti e veglioni, primi amorini, e tanta tanta voglia di divertirsi. A seguire i Cast 36; non c’è tempo per i bis, e sul palco fanno immediatamente ingresso i Granchi . Il pubblico è entusista e non c’è bisogno di ricordargli che tanta acqua è passata sotto i ponti e gli artisti non hanno più lo smalto di una volta. Stasera si perdona tutto, e tutti sono veramente molto bravi sia per l’impegno, sia per le ottimi esibizioni musicali che, nonostante le poche e difficoltose prove – concludeva Tonino – i gruppi regalano al pubblico fino all’ultima canzone della serata ".

Passa il tempo . Intorno al 1970, i frenetici ritmi dei complessini vanno, pian piano , smorzandosi. Dopo qualche anno di stasi, dovuto all’introduzione della musica leggera nelle liturgia , il canto corale riprende nuovamente impulso e slancio, soprattutto con la direzione del maestro Fiorenzo Cavallotto alla guida , dal 1974 , della Schola Cantorum "Nicolao Praglia". Qui Tonino ha modo di mettere particolarmente in evidenza le sue doti di tenore solista .

Nel 1975, tra l’altro , avrà modo di esibirsi, sempre come solista , nel corso della messa teletrasmessa in diretta televisiva dal Santuario di Nostra Signora delle Grazie di Nuoro . In seguito, nonostante gli impegni nel campo dei cori folkloristici, Tonino rimarrà sempre legato alla Schola Cantorum "Nicolao Praglia", soprattutto quando la direzione passerà al prof. Ugo Collu, di cui sarà fedele collaboratore con l’incarico di vice-direttore, impegnandosi anche, fnché i mezzi vocali glielo consentiuranno , nel ruolo di tenore solista . Intanto gli anni passano e i tempi sono maturi per raggiungere altre mete.

E così Tonino , come l’astore della sua più famosa canzone, dal grande nido dell’Oratorio spicca il volo verso il mondo del folklore.

Dopo gli anni 1963 e 1966 - quando si costituiscono rispettivamente il Coro di Nuoro e il Coro Barbagia -, inizia la grande avventura dei cori folkloristici nuoresi .

Sarà un’avventura che coinvolgerà prima la città di Nuoro (attualmente sono attivi otto cori) e in seguito tutta la Sardegna , grazie appunto a quella che, unanimamente, viene definita "La Scuola di Nuoro".

Tonino inizia la sua avventura nei cori con il Coro Ortobene, nato nel 1973 sotto la direzione di Salvatore Nuvoli, già precedentemente componente del Coro Barbagia .

Nella nuova formazione canora, Tonino ha modo di far conoscere le sue già note capacità canore e quelle di compositore, frutto anche dei suoi studi in materia .

C’è un grande fermento , allora , nell’ambiente dei coro folkloristici . Si vuole portare nuova linfa al tradizionale repertorio nuorese composto, fino da allora , dai bellissimi, ma "datati", brani della tradizione popolare, come "Zia Tatana", "Non potho reposare" , Bobore Ficumurisca", "Adios Nugoro amada" ecc..

Uno dei primi brani che si impose allora con il Coro Ortobene fu "Su balente" di Salvatore Nuvoli. Nel Coro Ortobene , Tonino ebbe modo di farsi conoscere nel nuovo ruolo di compositore e direttore, oltre che in quello, già conosciuto , di cantante .

Tra i suoi primi brani di successo va ricordato "Nanneddu meu" .

Nel 1976, Tonino assume la direzione del Coro Ortobene, subentrando a Salvatore Nuvoli che, nel frattempo, forma il Coro Sos Canarios (anche gruppo di ballo).

La direzione del Coro Ortobene cessa nel 1990, quando passa nelle mani di Alessandro Catte, mentre contemporaneamente Tonino da vita all’Accademia di Tradizioni Popolari-gruppo Su Nugoresu, la sua "creatura", che ha diretto ininterrottamente fino agli ultimi giorni di vita.

Tonino è morto sulla breccia.

Quell’astore che bolabat in artu ora non vola più in questi cieli, ma in cieli più alti. "Tonino è andato in cielo per cantare in eterno le lodi al Signore", ha detto , durante le esequie il suo amico vescovo, mons. Pietro Meloni davanti ai suoi parenti, ai suoi coristi ( i miei ragazzi, come lui amava chiamarli) e a una grande folla che lo ha applaudito per l’ultima volta nella chiesa delle Grazie; quella stessa chiesa dove, da ragazzo , aveva spiccato il volo per bolare in artu.

Nella sua intensa carriera artistica, Tonino Puddu ha riscosso unanimi apprezzamenti in Italia e all’estero, soprattutto in Spagna, dove contava numerosi amici che, il giorno del suo funerale , lo hanno ricordato con una speciale messa nella loro terra . In Sardegna è stato particolarmente ricordato a Tempio e a Desulo, dove ha lasciato la sua impronta nel Coro Montanaru ( un’altra sua creatura). Con il coro Su Nugoresu ha pubblicato due lavori discografici : "A ballare" nel 1991 e "Sas cosas bellas de su coro" del 1998, mentre attendeva di pubblicare a breve "Cantone de pache".

Tra i riconoscimenti avuti, il titolo di "Maestro del folklore" del 1993, il "Premio Sardegna" del 1999, il titolo di "Padre del folklore" del 2007 e di "Socio ad honorem del Coro di Nuoro" del 2007.

Il cordoglio unanime degli amici e dei suoi estimatori per la sua imprevvista scomparsa è stato dimostrato ai suoi funerali . L’ampio Santuario di Nostra Signora delle Grazie non è riuscito a contenere i fedeli intervenuti alla cerimonia presieduta dal vescovo, monsignor Pietro Meloni. Tonino ora riposa nel cimitero di Nuoro. La sua tomba è a pochi passi da quella di un’altra grande voce di Nuoro : Antonietta Chironi, che fu anche la sua maestra.

Una testimonianza di affetto (che simbolicamente vuole rappresentare tutti i direttori dei cori nuoresi) nel ricordo del "Maestro del Folklore" Tonino Puddu, è stata rilasciata da un suo collega ed amico, il "Maestro del folklore" Gioacchino Scrugli, direttore dil Coro Barbagia:

"Parlare di Tonino Puddu in poche parole, considerata la sua notorietà, non è facile, così come non lo è stato per Maria Carta, Andrea Parodi ed altri personaggi del mondo dello spettacolo, che hanno divulgato le musiche e i canti del ricco patrimonio popolare sardo . La prima volta che sentii cantare Tonino era una sera d’estate del 1967 (Tonino aveva appena 17 anni); all’epoca ero incaricato di reperire voci nuove da inserire nel Coro Barbagia . Tonino venne nella nostra sede e cantò qualcosa; io rimasi subito colpito nell’udire quella schietta voce tenorile a quell’età. Subito dopo cantò il Coro e lui ci ascoltò con vivo interesse e meraviglia . Gli chiesi se voleva far parte del Coro ma mi rispose di no perché aveva preso altri impegni . La cosa mi dispiacque, ma lo giustificai. Quella sporadica circostanza , però , gli servì per spiccare il volo in manuera diversa . Infatti, qualche anno dopo , iniziò a cantare con altri gruppi. Le esperienze portate avanti come corista in alcuni complessi sardi, aveva maturato il suo bagaglio di cognizioni etno-musicali e l’apporto alla Direzione di Coro costituiva la logica conseguenza del cammino intrapreso . Infatti quando Tonino cantava o dirigeva, si rivelava come moderno romantico, dall’animo molto sensibile e dalla musicalità profondamente radicata .

Oggi , anche se lui è scomparso , a testimoniare la sua grandezza e il suo talento rimangono le sue musiche, i suoi scritti e gli amici del suo amatissimo Coro Su Nugoresu . Come carattere, Tonino era il cosìdetto pezzo de pane, per le sue doti di bontà d’animo, per il suo comportamento sopraffino. Ricordo che una decina d’anni fa , quando mi assegnarono un premio per la mia attività artistica, Tonino, che era fra il pubblico, venne da me e si congratulò con grande e sincera ammirazione . Quel gesto mi emozionò tantissimo . Nessun altro lo aveva fatto in modo così sincero e spontaneo".

(da "Sonos e contos" , dicembre 2008)

 

Tonino Puddu

 

 

 

La proposta


“L’Eliseo in memoria di Tonino Puddu”

di
Nino Bandinu

 



Capelli al sindaco : “Bene De Andrè, ora un artista nuorese”

Nuoro . L’anfiteatro a Fabrizio De Andrè? L’Eliseo a Tonino Puddu.
Questa interessante proposta di mezza estate viene avanzata dal consigliere regionale (e comunale) dell’Udc, Roberto Capelli, che invita il sindaco a pensarci su e a fare i passi giusti durante la sagra del Redentore.

“Abbiamo valorizzato tanti personaggi di fama nazionale e internazionale, e anche giustamente , cito come esempio Fabrizio De Andrè, un grande al quale abbiamo intitolato l’anfiteatro di Via Veneto, ma ancora non si è pensato di rendere omaggio in maniera giusta ed adeguata ai tanti nostri artisti. E uno di questi è Tonino Puddu, al quale si potrebbe dedicare il cinema teatro Eliseo”.

Per Capelli le motivazioni sono quelle che tutti possono tranquillamente immaginare, cioè il suo grande impegno musicale e creativo oltre che sociale nel dirigere vari gruppi e “comporre importanti brani polifonici” in limba con “caratteristiche” che affondano nella “tradizione popolare sarda” , dando lustro e fama alla città di Nuoro e all’intero territorio.
Capelli si dice sicuro che sul nome di Puddu, che era impegnato nel volontariato e nel sociale, convergerebbero quasi tutti i gruppi e i singoli dei cori polifonici .
“La mia può essere considerata una proposta ufficiale rivolta direttamente al sindaco di Nuoro perché si faccia carico di questa iniziativa , istruisca le procedure, e annunci la notizia durante la grande sagra del Redentore”.
Il maestro del folklore Tonino Puddu è scomparso il 21 ottobre del 2008 dopo una lunga malattia. Nato a Nuoro nel 1951 ha cominciato lo studio della musica da autodidatta, frequentando in seguito corsi con docenti dei conservatori di Cagliari e Sassari nella scuola civica della musica. Ha poi cantato nella Corale e Polifonica “Nicolao Praglia” di cui è stato vicedirettore e per ben 15 anni ha diretto ha diretto il Coro Ortobene di Nuoro. Nel 1990 , inoltre , è diventato direttore artistico dell’Accademia Tradizioni Popolari “Su Nugoresu” . Quindi, dalla sua istituzione nel 1997 fino al 2006 è stato anche direttore del Coro Montanaru di Desulo.
Diverse, infine, le opere pubblicate. Nel 1993, in particolare, “Cantare la Sardegna”. E nello stesso anno ha avuto il riconoscimento di Maestro del folklore.
Tonino Puddu , oltre alle ottime capacxità artistiche e compositive, si è fatto sempre apprezzare anche per la sua grande umanità. La sua scomparsa ha detato sconforto e cordoglio in tutta l’isola . “La proposta di dedicargli il cinema teatro Eliseo credo entri subito in perfetta sintonia con il sentire generale di tanti sardi e nuoresi”, ha concluso Capelli.


(da “La Nuova Sardegna” del 15 agosto 2009)

Lettera di Tonino Puddu per Rosalba Satta

 

 

 

 

 

Tonino Puddu, l’ultimo regalo

di

Simonetta Selloni


 

Esce il cd del coro Su Nugoresu con le canzoni del maestro


 

Nuoro. “Poi ti regalo amore e pache / e canisteddas prenas de ispera / chi cando tottu paret finiu /potas torrare a cominzare” . “Perché quando tutto sembra perduto / tu possa ricominciare da capo”.

Parole di speranza, le aveva scritte Tonino Puddu.

La canzone è “Pro chi ti siat sa bida unu beranu”, ed è una delle composizioni più belle che Tonino Puddu, il fondatore del coro Su Nugoresu, musicista e uomo di cultura, aveva composto senza piegarsi di fronte al male che lo aveva aggredito e che se l’era portato via , il 21 ottobre di un anno fa .

Fa un certo effetto pensare a Tonino che, fino alla fine , aveva continuato a comporre; ma d’altronde la sua vita , nel segno della musica , è come un meraviglioso dipanarsi di armonie che i suoi amici, i suoi coristi, assieme alla sua famiglia gli hanno voluto ricordare nelle due serate organizzate in suo onore, alle Grazie e all’Eliseo, in occasione del primo anniversario della morte .

E all’Eliseo c’è stata anche la presentazione dell’utimo cd “Cantones de pache e d’amore”: 14 canzoni nelle quali si sente l’impronta del maestro, sia quando si è trattato di musicare le parole di poeti come Franceschino Satta, sia in quelle più intime e intrise del fortissimo senso religioso che ha accompagnato tutta la vita di Tonino, come l’Ave Maria; e c’è anche la sua voce solista.

C’è Nanneddu meu, Non potho reposare. E a questo punto si potrebbe anche smettere di scrivere .

Ma chi gli ha voluto bene – e sono tantissimi – ha sentito l’esigenza di un tributo pubblico . E ritroverà in questo bel cd, con i colori sgargianti del giallo, della vita , la stessa emozione che ha fatto da filo conduttore alle due serate .

Nella prima orchestrata da Ugo Collu, direttore della corale Nicolao Praglia , nella quale Tonino Puddu aveva iniziato a cantare giovanissimo , alle Grazie , si è visstuta un’aria magica, Nel ricordo che alcuni hanno voluto dare, nella compostezza del pubblico, nell’atmosfera quasi irreale che si è vissuta .

“E’ stato un momento diverso, insolito”, ha sottolineato Michele Siotto, presidente del coro Su Nugoresu .

E c’era anche il coro Montanaru di Desulo a rendere omaggio al suo direttore sin dall’anno di fondazione.

“Tonino aveva la straordinaria capacità di rendere ogni rapporto che aveva, esclusivo. Ed era trasversale, capace di rapportarsi con tutti”, ha ricordato Siotto , e lo ha anche detto Ottavio Nieddu, che ha presentato la serata all’ Eliseo.

Ora quelle due serate saranno raccolte in un dvd, “duecento copie che non metteremo in vendita, perché lì ci sono le nostre emozionu e quelle non sono in commercio”, dice Siotto.

Mentre, per volontà della famiglia di Tonino, prende corpo una fondazione che in qualche modo cercherà di organizzare al meglio il monumentale patrimonio che S’astore ha lasciato.

(da “La nuova Sardegna” dell’11 novembre 2009)

 

 

Speciale tributo

Il volo del ricordo tra musica, poesia e balli

 

Su bolu ’e s’ammentu de Tonino Puddu

di

Michele Pintore

 

Ad un anno dalla sua scomparsa, in due distinte manifestazioni, Nuoro ha ricordato Tonino Puddu, l’indimenticato Maestro del folklore, protagonista del mondo musicale sardo.

Come "s’astore chi bolat in artu" della sua più famosa canzone, nei giorni del 22 e 24 ottobre , il ricordo di Tonino Puddu ha volteggiato sulle manifestazioni tenutesi a Nuoro nel primo anniversario della sua immatura scomparsa.

Forse la parola ricordo è superflua, perché la figura e l’opera di Tonino sono sempre state vive e presenti a Nuoro e nell’intera Sardegna anche dopo quella triste giornata del 21 ottobre quando ci ha lasciato.

La dimostrazione tangibile l’ha data la grande partecipazione dei Nuoresi, amici ed estimatori provenienti da tutte le parti dell’isola, che non sono voluti mancare ai due appuntamenti in suo ricordo tenutesi rispettivamente il 22 ottobre presso il Santuario di N.S. delle Grazie e il 24 presso il teatro civico "Eliseo".

Sono state due manifestazioni espressamente distinte, per meglio esprimere il percorso artistico musicale dell’indimenticato Maestro : quello religioso e quello folcloristico.

La manifestazione tenutasi presso il santuario di N.S. delle Grazie è stata introdotta dal prof. Ugo Collu, direttore della corale "Nicolao Praglia", che con commosse parole ha ricordato Tonino, primo allevo, poi cantore solista, suo stretto collaboratore come vice direttore della stessa corale e infine nella inedita veste di compositore di musica sacra , altro campo musicale in cuo Tonino ha lasciato prova di possedere una salda formazione musicale.

Una formazione , quella di Tonino, nata e maturata tra le mura della parrocchia delle Grazie e l’annesso Oratorio , nel cuore dell’antico rione di Seuna, dove Tonino era nato nel 1951.

L’Oratorio dei Padri Giuseppini era stato per lui il "nido" da dove, una volta addestrate le penne, "l’astore" avrebbe poi spiccato il volo sicuro nel cielo musicale.

E la parrocchia che lo vide muovere i primi passi lo ha voluto ricordare con una grande manifestazione musicale a cui hanno partecipato la corale polifonica "Nicolao Praglia", il coro "Su Nugoresu", il coro "Montanaru" di Desulo, l’orchestra "Ensemble" d’archi del Maestro Paolo Argiolas (integrata da giovani elementi della scuola di musica Le Grazie), Luciano Coco all’organo e Alessandra Angioni al pianoforte.

Ha condotto la serata Gavino Poddighe.

In apertura della serata è stato eseguito il celebre "Gabriel’s Oboe" di Ennio Morricone, tratto dalla colonna sonora "The Mission". Il brano per orchestra d’archi è stato accompagnato al sax da Simone Luigi Pala, che nella attuale veste di direttore dei cori "Su Nugoresu" e "Montanaru" si può ritenere l’erede artistico di Tonino Puddu.

E’ stato un doveroso e commosso omaggio al Maestro scomparso, da parte di chi ne ha raccolto il testimone.

Il coro "Su Nugoresu" ha eseguito poi tre motteti di Tonino: "Beneittu ses tue", "Santu" e "Anzone immaculadu".

Ha fatto seguito il Coro "Montanaru" di Desulo (altra "creatura" di Tonino Puddu) che ha eseguito il Padre Nostro.

La preghiera per accellenza della tradizione cristiana è stata eseguita nelle due versioni : sardo e latino. La versione in sardo composta da Tonino Puddu, quella in latino musicata da Zdenèk Lucas , armonizzata da Simone Dionigi Pala .

Altra novità è stata l’esecuzione del celebre "O salutaris Hostia" di L.V. Beethoven, in un arrangiamento dello stesso Puddu.

Sempre di Tonino Puddu anche l’ "Ave Maria" eseguita dalla corale "Nicolao Praglia". A segiuire poi l’Ave Verum di W. A. Mozart e il Panis Angelicus di C. Frank e il coro "O Signore dal tetto natio", tratto dall’opera "I lombardi alla prima croviata" di G.Verdi.

Ma l’attenzione del numerosissimo pubblico che ha affollato il Santuario è stata verso l’attesissima "Messa Su nugoresu", ritenuta come il suo testamento spirituale, brano di grande impegno musicale a cui Tonino Puddu aveva lavorato negli ultimi anni di vita.

Un’ovazione di applausi ha accolto l’esecuzione di Kirie, Gloria, Santus-Beneditus e Angius Dei.

Hanno concluso la serata del 22 ottobre i cori riuniti "Nicolao Praglia", "Montanaru" e "Su nugoresu" con il famoso canto gregoriano di M.Duriflè, Ubi caritas et amor.

Interamente dedicata al folclore è stata , invece , la serata condotta da Ottavio Nieddu al Teatro Eliseo che ha visto succedersi sul palcoscenico del teatro cittadino i gruppi folkloristici che con la loro attività sono stati più vicini al Maestro Tonino Puddu.

A iniziare dal suo Coro ("i miei ragazzi", come amava chiamarli Tonino), il Coro "Su nugoresu" e gruppo di ballo, per passare poi al Coro "Montanaru" di Desulo (considerata l’altra sua "creatura", da lui fondato e diretto per tanti anni) , fino allo storico gruppo di ballo "Città di Tempio"(nelle due formazioni, vecchia e nuova) legato a Tonino da saldi legami artistici e di amicizia fin dal lontano 1981.

La serata, condotta con l’ormai collaudata professionalità di Ottavio Niuddu, è stata un tuffo nel passato , nel "nido di memorie" di Tonino, grazie al supporto delle immagini fotografiche e allo scorrere di filmati proiettati sul grande schermo che hanno ripercorso la via artistica musicale e ne hanno riproposto le varie tappe.

Grazie alle immagini il ricordo è volato al giovanissimo Tonino e alle sue prime esperienze canore presso l’Oratorio della chiesa delle Grazie, la sua parrocchia, dove aveva ricevuto le prime "imbeccate" musicali sotto la guida dei Padri Giuseppini : Padre Attilio, Padre Teobaldo, Padre Estienne, nel piccolo coro parrocchiale e poi sotto la guida di Padre Fiorenzo e del prof. Ugo Collu nella corale Nicolao Praglia , dove completerà la sua formazione artistica , fino a ricoprirne la carica di vice direttore.

Sempre presso l’Oratorio era anche iniziata la sua avventura musicale con i complessi di musica leggera, i "complessini", colonna sonora della Nuoro degli anni sessanta .

Un’avventura che vide il giovanissimo Tonino impegnato nello storico complesso degli H2SO4.

Sul palcoscenico si sono alternati il Coro Su Nugoresu, con i brani "Terra soberana", "Cantone de pache e d’amore" e "Pro chi ti siat sa bida unu beranu"; il gruppo di bello "Città di Tempio" con Peppino Falconi all’organetto , il gruppo di ballo "Su Nugoresu", accompagnato da Alessandro Zizi e Alessandro Melis all’organetto .

Per l’occasione è stato presentato anche l’ultimo lavoro discografico del Coro Su Nugoresu (Accademia Tradizioni Popolari) che ha per titolo "Cantones de pache e d’amore".

Quindi è stata la volta dei saluti da parte di Pasqualina Puddu, sorella di Tonino, che con commosse parole ha voluto ringraziare tutti a nome della famiglia, e con l’occasione ha voluto portare a conoscenza dell’operato della fondazione della Onlus "Artemide" a favore dei malati di tumore e di tutti i problemi conessi alla loro assistenza, e della "Fondazione Tonino Puddu", sorta per promuovere e tutelare l’opera artistica del maestro , legalmente costituita per monitorare tutte le iniziative artistiche ad essa collegate .

Il Coro Montanaru di Desulo diretto da Simone Dionigi Pala ha eseguito "Mutos a cantare", "Est una notte ’e luna" e "Lacrimas d’ispera".

Ha fatto seguito il Coro Su Nugoresu con "Ottanta cabaddarjos", "Sos cristos semus nois" e "Toccheddos de coro", a seguire il ballo del gruppo Su nugoresu accompagnato all’organetto da Alessandro Zizzi e Alessandro Melis.

Hanno chiuso la serata il Coro Su nugoresu, il gruppo Città di Tempio e il coro Montanaru di Desulo che insieme al pubblico hanno cantato Nanneddu meu, altro brano di successo dell’indimenticato Tonino.

Particolarmente sentita è stata la toccante testimonianza del Duo Puggioni. Anna Maria, accompagnata dal fratello Giovanni, dopo aver ricordato con qualche lacrima la grande amicizia che la legava a Tonino e che si è protratta per tanti anni, ha voluto dedicare all’indimenticato amico, compagno di tante tounée e manifestazioni in giro per il mondo, una sua composizione poetica:

 

A Tonino Puddu

 

Tonì , amigu caru

Istasera so inoghe a t’ammentare

e a ti rendere onore

mannu e distintu "mastru"

de su sardu folkore

che astore sighis’a bolare in padentes

isteddhados de lugore

‘ne no bà pius anneu né dolore

ma solu paghe e amore.

Cun boghe sublime e armoniosa

como cantas…

e respiras pro s’eternidade

sa gloria ’e su Segnore.

A nos bidere in chelu…

 

Anna Maria Puggioni

24 ottobre 2009

 

Il presidente del Coro Su Nugoresu, Michele Siotto , con commosse parole ha ringraziato tutti i presenti e quanti hanno contribuito alla riuscita della serata nel ricordo del Maestro e dell’amico. Il ricordo di un amico che tanto ha dato alla musica sarda e che tanto poteva ancora dare ancora ma che , per quell’imperscrutabile destino , se n’è andato nel pieno della sua creatività.

D’altronde , questa è la vita! lo dice col canto anche il Coro Su nugoresu sul palcoscenico dell’Eliseo, all’unisono con gli altri gruppi folkloristici presenti e tutto il pubblico in sala mentre intona "Nanneddu meu", il famoso canto musicato da Tonino, diventato anche il suo cavallo di battaglia i cui versi recitano "…su mundu est gai, a sicut erat non torrat mai…".

Cala la notte nuorese sulla manifestazione del 24 ottobre. Tra tanti applausi e qualche lacrima. Cala anche il grande sipario di velluto blu del Teatro Eliseo; ma s’astore chi bolat in artu sichiti a bolare in chelos de lucore.

 

 

Dedicata a Tonino Puddu

 

Unu sonniu in bolu

De unu sonniu so chircande una bisiòne

E in cherbeddos su passu jaì tenìa

In artu a bolu mi bidìa che puzone

Ma su cantu, non fit de cussa zenìa.

A bolare l’isco, no est contu meu

Troppu miras b’at in sas aèras

Si non bolas in coro no asa recreu

E si ti rughes ses buccone in fèras

S’isperantzia est a cantare notte e die

Chene mai per’unu disturbare

Che puzone chi brinchiata in mesu a nie

Pipiande su recattu a ’nde chircare

In sonniu! Podet esser gai, su cantu ’e su sentimentu

Serrau a frischiu intro ’e su coro

A bortas de creatura , paret unu lamentu

O de unu bezzu , paragulas chi balen oro

De su bolu, sos puzones sun d’istimonzos

Bastat chin sispettu umiles osserbare

Su desuizu de bolare est in sos sonnios

Chin lepiesa liberos de cantare

Mai puzone siata serrau intro ’e isserru

E mai su coro siata presone ’e sentimentos

Su ’e cantare, de una creatura sun sos lamentos

E sas aèras a sos puzones est a bolare.

 

Papalinu, Nugòro S. Gabinu 2008

 

(Da "Sonos e contos" Numero 30 Novembre 2009)

 

 

Grande commozione durante la serata dedicata al maestro

 

Desulo ha ricordato Tonino Puddu

 

 

Desulo. Una serata che il Maestro avrebbe sicuramente apprezzato. Soprattutto per la compostezza ed il silenzio . E quei tre minuti di applausi dopo il Gloria erano da brividi . Segno che il ricordo di Tinino Puddu è ancora vivo nella comunità desulese che ha partecipato in massa alla serata  organizzata dal Coro Montanaru sabato sera. Per  sa Missa in Nugoresu, c’erano un  po’ tutti. Dai suoi cori, Montanaru e Su Nugoresu, diretti da Simoni Dionigi Pala, alla Schola Cantorum Nicolao Paglia di Nuoro  che sotto l’impeccabile direzione  del professor Ugo Collu ha impressionato, accompagnata magistralmente  dall’Orchestra  d’Archi Ensemble, guidata da Paolo Argiolas. Il piano di Angela Manzaac  e il flauto di Mauro Usai hanno riempito la parrocchia di note, così come ha emozionato il trio Mauro Casula, Giuseppe Liori e Simone Dionigi Pala, assistiti al pianoforte  da Luciano Coco .

Commossi i parenti del maestro Puddu, ringraziati da Stefano Carta.

Emozionato anche don   Giovanni Pippia , il parroco e gli intervenuti.

Dal presidente del Coro Montanaru, Stefano Carta , al professor Salvatore Lioriu, al consigliere provinciale  Ciriaco Loddo, ai rappresentanti del coro Padentes, presieduto da Gigi Littarru , al coro Peppinu Mereu di Tonara .

Poi gli amici storici, quelli intimi dei concerti, delle prove, delle cene in sede, dove Tonino Puddu diventava  amico e maestro di vita .

Al concerto è seguita  la cena da Tonio Chessa , presso l’hotel Gennargentu, parentesi conviviale per circa duecento persone. (g.m.)

(Da "La Nuova Sardegna" 27 aprile 2010)

 

 

In sottofondo : "A mama" Testo di Franceschino Satta , armonizzata ed eseguita dal Coro Su Nugoresu , Direttore il Maestro Tonino Puddu

 

 

Tonino Puddu