COMUNICARE IN VERSI

di

ROSALBA SATTA CERIALE

 

La giornalista Piera Serusi , in un articolo pubblicato qualche anno addietro ne "L’Unione Sarda", nel parlare del progetto di sperimentazione alla scrittura poetica dei bambini portato avanti , all’ interno delle scuole materne, elementari e medie di Budoni da me a da altri insegnanti, fra le altre cose, così scrive :

"La poesia, da Cenerentola dei programmi – pillola indigesta da mandare giù a memoria – è diventata principessa della comunicazione, metodo e progetto.Il gusto per la poesia è un modo diverso, più attento e partecipe, di guardare il mondo".

Tutti coloro che imparano a concedere spazio alla poesia, che trasformano in immagini poetiche le emozioni, le sofferenze, i desideri, i sogni, le speranze…si ritrovano , a volte senza saperlo , una marcia in più.

Ci si irrobustisce dentro.

Si diventa meno vulnerabili quando la vita ci costringe ad arrancare perché, come ricorda Shakespeare nel suo "Macheth", è importante "dare al dolore la parola.Il dolore che non parla sussurra al cuore oppresso e gli dice di spezzarsi".

E chi, più di un poeta o di chi conosce e apprezza il linguaggio poetico, è capace di dare la parola al dolore?

La poesia , poi , consente di sentire i silenzi di pietra di chi non ha voce, i pianti , anche lontani , degli ultimi , che continuano ad essere defraudati del loro futuro…vittime incolpevoli dell ‘indifferenza, delle miserie mentali e delle violenze dei "forti".

La poesia , nel contempo , consente di vivere con maggiore intensità e trasporto i momenti sereni della propria esistenza.

Ci invita a cogliere le sfumature, a vedere i germogli di tutto ciò che nasce, ad andare oltre il tramonto, che non è mai morte , ma premessa e promessa di un giorno nuovo .