Disavventure di un povero soldato"
LA GUERRA,ESPRESSIONE DI CRUDELTA’
di
ROSALBA SATTA CERIALE
E’ mia abitudine, all’inizio e alla fine di ogni anno scolastico, consigliare , o meglio, invitare gli alunni ad acquistare uno o più libri da leggere insieme in classe o durante il periodo estivo.
Insegnare ad amare il libro non è facile.
E’ necessaria una preparazione graduale, per evitare che l’invito diventi imposizione, e il piacere di leggere, fatica e noia.
"Perché il libro diventi un’abitudine –afferma Lucio Lombardo Radice nel suo "L’educazione della mente"- occorre conquistare il gusto della lettura insieme con l’alfabeto. Il libro non è affatto un lusso, è una necessità nella vita".
Così, come per poter parlare d’amore è necessario aver provato o provare un simile sentimento, allo stesso modo per poter insegnare il "gusto per la lettura" è indispensabile godere in prima persona di questo tipo di "ricreazione" per poter trasmettere il desiderio, la voglia, l’entusiasmo.
Ad anno scolastico terminato ho consigliato ai miei alunni ed ai ragazzi che gironzolano intorno alla mia vita, l’acquisto di un buon libro: "Disavventure di un povero soldato" di Albino Bernardini.
L’ ho fatto non solo per affetto e stima nei confronti di un amico carissimo, ma anche e soprattutto perché fermamente convinta che la Storia va scoperta e imparata attraverso le testimonianze, e non studiata, più o meno nozionisticamente, nelle sterili paginette del sussidiario, che quasi sempre sono uno scheletrico elenco di nomi, date e brevi commenti alla grillo parlante.
Il libro di Bernardini è un esempio di vita.
E’ la storia della nascita di una umanità nuova , è una catarsi che si verifica quando il sipario della vita è aperto all’esperienza personale… quella che conta , perché lascia sempre il segno del dinamismo della maturità.
"E’ la storia di un giovane raccontata in prima persona –si legge nella prefazione - che parte , pieno di slancio, per servire la patria - così come si diceva nei primissimi anni quaranta- cioè per farla grande, potente, gloriosa.
Va al fronte occidentale- sulle Alpi al confine con la Francia – in Albania e infine in Jugoslavia. E’ lì che conosce il vero volto della guerra :quello crudele e atroce, dove la vita degli esseri umani non conta più nulla, e le sofferenze, sia fisiche che morali,non hanno limite.
Comincia a riflettere alla luce della sua e delle altre terribili esperienze, e quindi a rendersi conto che la guerra è sempre, nei piccoli come nei grandi fatti, espressione di crudeltà e cattiveria. Nasce in lui, come conseguenza, il desiderio di pace, di amore, di fratellanza, fino a quando non diventa convinzione e quindi odio viscerale per la guerra".
Le ultime quaranta pagine del libro contengono numerose schede per attività didattiche curate da Chiara Compagnoli, schede che invitano alla riflessione e all’analisi costruttiva attraverso la lettura delle situazioni e dei vari personaggi.
E’ un libro che non consiglio a tutti, ma solo a coloro che desiderano crescere dentro col sincero desiderio di guardare il mondo con occhi limpidi.
(da "L’ORTOBENE")