Pierangelo Bertoli

Due anni dopo il suo volo

Era il sette ottobre del 2002, quando si fermò il cuore di una delle voci più significative del panorama musicale italiano.

Pierangelo Bertoli , cantautore straordinario e persona bella, ci lasciava .

Quando , in un giorno qualunque, accade un fatto che ci tocca l’anima, ci ritorna in mente, in maniera nitida, tutto ciò che accadde in quella giornata, che, diversamente, trascorrerebbe senza memoria .

Ricordo bene: sentii la notizia , seduta in poltrona, mentre seguivo distrattamente un telegiornale che non guardavo.

Per le emozioni forti le parole tacciono , impietrite…

Da tempo le sue canzoni avevano accompagnato , e segnato, i momenti più o meno fecondi della mia vita .

Il mio innamoramento musicale non ebbe inizio in età adolescenziale, quando basta una sola strofa o una musica legata ad un particolare momento della tua crescita per creare un legame e/o dar via a una passione.

No. Avevo già varie primavere sulle spalle quando quella voce e quelle canzoni mi costrinsero ad una sosta . Fu perciò per scelta , e non per caso, che cominciai ad acquistare , e a ricevere in regalo, i suoi dischi e i suoi nastri .

Li ho tutti. E sono qui, nella mia casa, accanto alle "cose" più belle : a quelle persone e a quei libri che hanno contribuito a rendermi più forte, più serena , più disposta a dare… perché più capace di vedere oltre i recinti.

Pierangelo Bertoli era una persona stupendamente scomoda .

In un mondo fatto di ipocrisie , di sepolcri imbiancati, di furto dell’informazione, di individualismi esasperati ed esasperanti, di ansia da successo e da bellezza inseguiti e costruiti a tutti i costi e a qualunque prezzo, lui cantava a "muso duro", con la dolcezza e la disponibilità di chi ha una marcia in più , lo stupore per la quotidianità intensamente vissuta, il bisogno di conservare intatti quei valori non barattabili : la libertà, il rispetto per la natura, la solidarietà, la bellezza della diversità…

"Credo che tu mi cercherai un’altra volta…", canta nella sua stupenda "China Town".

Pierangelo ora sa, che noi che l’abbiamo stimato e amato prima del suo volo, l’ abbiamo davvero "cercato un’altra volta" dopo quel sette ottobre .

Non spenderò una sola parola su chi, volutamente, ha scelto, e sceglie, di non ricordarlo. Così come canta Pierangelo in "Bersagli mobili" , "di sordi e ciechi ne abbiam le palle rotte .".

Quando l’informazione non avrà più un bavaglio e si darà spazio a chi ha saputo dire a dare, qualcuno gli renderà il merito che gli spetta come un diritto.

Frattanto a ricordarlo ci pensano gli Istentales che hanno voluto e saputo dedicargli un pezzetto di Sardegna.

Ci pensa Marco Morrone, con un sito che dà voce a un ricordo.

Ci pensiamo noi che lo abbiamo conosciuto, apprezzato, seguito nel suo cammino musicale e umano.

Noi che abbiamo pianto lacrime vere per il distacco terreno , ma che sappiamo, avendo scelto il suo canto che non muore come una delle più significative colonne sonore del nostro cammino , che , in realtà, i poeti – e lui lo è stato nella musica e nella vita- vivranno sempre nella memoria , nei gesti e nello sguardo di chi, nonostante tutto e a dispetto di tutto, sarà capace di stupirsi. E di sognare. Sempre.

Rosalba Satta

5 NOVEMBRE 1942

 

Auguri , Pierangelo.

 

Pierangelo Bertoli e Rosalba Satta

 

Quando accade che qualcuno che abbiamo tanto amato o tanto stimato ci dà il suo addio terreno, si sente – forte -  il bisogno di cullare il ricordo.

Credo che sia l’unico  modo per non separarsi mai del tutto.

Per stare ancora  insieme…nonostante tutto e a dispetto di tutto.

Si rivivono, si  rivedono e si ricoprono fatti e cose che , prima di allora, ci passavano vicino , probabilmente senza  emozionarci più di tanto… 

DOPO, tutto assume un altro significato, tutto acquista importanza.

Tutto ha senso.

Tutto serve ad alimentare un ricordo.

Così è la data che ricorda un compleanno…

Quante volte, presi da mille impegni e da mille nevrosi, abbiamo dimenticato di fare gli auguri alle persone più care. E’ normale che accada , quando si corre dietro a un tempo che fugge sempre più veloce e che , a volte, ci inghiotte.

Poi…quando il distacco terreno è avvenuto, quel mese, quel giorno di quel compleanno dimenticato troppe volte, ritorna alla memoria. O meglio, si incolla all’anima. E in  quel giorno di quel mese , il pensiero è lì :dedicato interamente a quel lui o a  quella lei che non c’è più fisicamente, ma che occupa – come ieri e più di ieri – la parte più tenera dei nostri pensieri più belli.

Così  amo festeggiare i compleanni delle persone che continuo a ricordare e ad amare profondamente anche e soprattutto  dopo il loro “volo”.

Non è facile ma…io credo che si dovrebbe imparare a ricordare la data di nascita e dimenticare la data che segna un addio definitivo.

Il dolore più grande per un addio terreno non potrà, infatti,  mai essere tanto grande quanto la gioia di aver goduto della loro presenza.

Del loro sguardo pulito. Della loro poesia. Della loro musica.

Così mi piace, oggi, ricordare e festeggiare il compleanno di Pierangelo.

Rosalba